Comincia a Belém in Brasile il vertice sull'Amazzonia. L'obiettivo è quello di elaborare un documento congiunto per porre le basi della "deforestazione zero"
Il presidente brasiliano Lula da Silva si attende molto dal vertice sull'Amazzonia che comincia a Belém. Una ''pietra miliare'' lo definisce. Si tratta di una due giorni per porre le basi alle azioni di tutela, volte alla 'deforestazione zero'.
In vista della COP28 negli Emirati Arabi Uniti
L'obiettivo immediato è la stesura del primo documento congiunto dei Paesi con foreste da salvaguardare. Il testo verrà portato alla 28esima Conferenza delle parti (COP28) nel 2023, il prossimo novembre negli Emirati Arabi Uniti.
Taina Silva è un'attivista portoghese. Ci spiega cosa significhi continuare a sfruttare a dismisura le terre amazzoniche: "Il petrolio in Amazzonia significa lo sterminio di intere comunità, di vite, di culture e di conoscenze. Capiamo che possiamo fermare questo processo se difendiamo le nostre comunità. Per questo siamo contro il petrolio. Per questo siamo contro lo sfruttamento nelle comunità".
Una linea comune sull'Amazzonia è possibile?
Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù, Suriname e Venezuela cercano di fare dell'Amazzonia un terreno comune per le discussioni sul cambiamento climatico.
I loro leader sono pronti ad aggiornare il Trattato di cooperazione amazzonica, firmato a Brasilia nel 1978, che prevede un'azione comune per bilanciare la protezione delle foreste e lo sviluppo economico.
Nel tweet del presidente brasiliano: "Domani inizia il summit dell'Amazzonia. Stiamo lavorando per essere un punto di svolta nella regione per uno sviluppo più sostenibile e inclusivo, proteggendo le foreste e migliorando la vita di coloro che vivono in Amazzonia.".
Secondo il governo brasiliano, la revisione enfatizzerà "il rispetto dei diritti umani, l'approccio interculturale e la sovranità".