Elezioni spagnole, la parabola politica del primo ministro Pedro Sanchéz

Pedro Sanchez
Pedro Sanchez Diritti d'autore Emilio Morenatti/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
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Di Euronews
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Il leader del Psoe è andato al governo nel 2018 grazie a una mozione di sfiducia. Un anno dopo ha formato il primo governo di coalizione nella storia del Paese. Pandemia e guerra in Ucraina hanno fiaccato la sua azione di governo. Il 23 luglio gli elettori sceglieranno il nuovo governo

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È stato soprannominato "El guapo" (il bello) quando ha iniziato a scalare i ranghi del Partito socialista nei primi anni 2000 a Madrid. Alto, atletico e determinato, l'attuale primo ministro spagnolo Pedro Sánchez era un economista poliglotta quando ha raggiunto il vertice del partito nel 2014.

Un politico dalle molte sfaccettature, non tutte apprezzate dai colleghi di partito, che lo estromisero due anni dopo, in seguito a una sconfitta elettorale. Ma Sánchez si dimostra tenace e torna al vertice del PSOE nel maggio 2017. Come leader dell'opposizione, ha assiste al fallimento dell'avventura indipendentista catalana. Un evento che soffia vento nelle vele dell'ultradestra spagnola e che ne condizionerà il futuro politico.

L'arrivo al governo del Paese

Mesi dopo, Sanchez fa cadere il governo di Mariano Rajoy con un voto di sfiducia, l'unico riuscito nella storia democratica spagnola. Il 2 giugno 2018 è nominato capo di un governo di minoranza. La sua prima visita come primo ministro è in Francia. Il nuovo presidente è benvoluto in Europa, un idillio che coltiva con cura.

Ma è in politica internache  le difficoltà non sono mancate. Non riuscendo a far passare la legge di bilancio, indice nuove elezioni nell'aprile e nel novembre del 2019, dando vita a un'alleanza con la sinistra unida e Podemos. Cos' nasce il primo governo di coalizione della Spagna.

Nonostante un programma progressista e marcatamente femminista ben presto il suo esecutivo deve dedicare l'azione di governo a questioni più urgenti. E marzo 2020 e la Spagna è sferzata dallo sciame pandemico del Covid. Stato d'emergenza, lockdown, l'economia in ginocchio si risolleva grazie agli aiuti di Bruxelles e poi lo scoppio della guerra in Ucraina. Ma queste circostanze non hanno impedito al governo di sinistra di approvare importanti riforme: quella del mercato del lavoro, delle pensioni e l'aumento dle salario minimo.

Gli ultimi atti

Sanchez è dovuto scendere a patti con i partiti pro-indipendenza, attirandosi le critiche da parte della destra. All'opposizione non è piaciuta la riforma del reato di sedizione né tantomeno il cambio di linea del paese sulla questione del conflitto del Sahara occidentale.

L'ultima svolta a maggio. Dopo aver trasformato le elezioni locali in un plebiscito perso dal primo ministro, Sanchez fiuta la malparata e sceglie di giocare la carta delle elezioni anticipate che si terranno il prossimo 23 luglio.

Sembra avere tutti contro, come già tante volte nella sua carriera.

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