Sono almeno 13 le vittime delle inondazioni causate dal crollo della diga di Nova Kakhovka. Secondo i sismografi, la responsabilità è di una esplosione. "Siamo stati noi", dicono alcuni miltari russi in un audio top secret intercettato. Prova credibile del sabotaggio?
Cinque morti, tredici dispersi, oltre 2.400 sfollati e accuse di sabotaggio contro la Russia.
L'Ucraina ha pubblicato il bilancio provvisorio delle vittime dello scoppio della diga idroelettrica di Nova Kakhovka, nella zona di controllo russa, avvenuta nelle prime ore dello scorso martedì mattina, 6 giugno.
Proseguono i soccorsi nelle regioni di Kherson e Mykolaiv, le zone più colpite, dove decine di città sono sommerse dall'acqua.
Anche la Russia ha reso pubblico il bilancio delle alluvioni nelle zone controllate dal suo esercito: il dato ufficiale è di otto morti, anche se i volontari parlano di diverse decine.
Russi e ucraini si aspettano che appaiano altri cadaveri con il passare delle ore e con il diminuire del livello dell'acqua.
"Un'esplosione"
Nel frattempo, l**'Istituto di Sismologia norvegese** afferma che i dati sismici in loro possesso confermano che si è trattato di "un'esplosione" a causare la rottura della diga e, perciò, è improbabile che la diga sia crollata accidentalmente a causa dei danni subiti dai bombardamenti di questi 16 mesi di guerra.
Un audio top secret: "Siamo stati noi"
L'Ucraina ha diffuso la registrazione di una presunta conversazione top secret tra due militari russo - uno dei due direbbe "siamo stati noi!" - che confermerebbe la responsabilità di Mosca nel sabotaggio della diga, poi trasformatosi in catastrofe.
L'autenticità di questo audio, di cui gli ucraini hanno diffuso la registrazione, è peraltro tutta da dimostrare. E un link al servizio di sicurezza dell'Ucraina è stato rimosso poche ore fa...
Un minuto e mezzo di conversazione tra due militari dell'armata di Putin intercettata dall'intelligence ucraina e postata su Telegram alza, in ogni caso, un velo inquietante sulla dinamica e sui rischi dell'esplosione che, immediatamente prima del cedimento, è stata registrata dai sismografi norvegesi e dai satelliti spia americani.
La registrazione: vera o fake?
"Il problema principale è che la centrale idroelettrica raffredda il loro reattore nucleare (della centrale di Zaporizhzhia)", afferma un militare russo.
E il secondo risponde: "Non c'è problema. Esploderà e sarà tutto finito".
Il primo scandisce: "Quindi sono stati i nostri. Non sono loro (gli ucraini), Sono i nostri". E l'altro: "Davvero, sono stati i nostri? Hanno detto che sono stati i khokhol (termine dispregiativo per gli ucraini) a farlo saltare in aria".
Di nuovo interviene il primo militare: "Il nostro gruppo di sabotatori è lì. Volevano causare paura con questa diga. Non è andata secondo i piani. (Il risultato è) più di quanto avessero previsto".
E l'altro: "Sì, beh, naturalmente. Sarà come Chernobyl, giusto?".
La guerra continua, anche in Russia
Nel distretto di Genichesk, nell'Oblast di Kherson, l'amministrazione russa accusa gli ucraini di aver bombardato con due missili - "presumibilmente due Storm Shadow di fabbricazione inglese" - un centro di raccolta evacuati, con donne, bambini e anziani. Non ci sono feriti.
Anche nel 470° giorno di guerra, la battaglia continua, dentro e fuori le zone allagate, persino in Russia.
Venerdì 9 giugno, infatti, un drone ha colpito un edificio residenziale nella città russa di Voronež, a circa 300 chilometri dal confine con l'Ucraina.
Tre persone sono rimaste ferite.