Budapest, nuova protesta di insegnanti e studenti

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Di Rita Konya
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Il settore è pronto a chiedere un referendum nazionale, considerato necessario, secondo i sindacati anche per i lavoratori del privato

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Dopo una settimana e mezza studenti e insegnanti sono scesi di nuovo in piazza a Budapest per chiedere un'istruzione pubblica migliore, salari adeguati e maggiore sostegno alle carriere degli insegnanti. Il settore è pronto a chiedere un referendum nazionale, considerato necessario, secondo i sindacati anche per i lavoratori del settore privato.

Lili Pankotai, leader del movimento studentesco della capitale, ci fa notare che "in Ungheria non c'è la cultura della solidarietà perché il comunismo è durato troppo a lungo. Non c'è la cultura della democrazia o dello Stato di diritto. Il paese non è in stato in grado di sviluppare una tradizionale forma di democrazia. Al momento, abbiamo solo uno pseudo -democrazia per ottenere fondi dall'Unione europea."

La cosiddetta legge sullo status sarebbe dannosa non solo per i docenti ma anche per studenti e genitori. I manifestanti, riuniti davanti al ministro dell'Interno, hanno fatto sentire la loro voce con lo slogan: "il silenzio non è uguale all'ordine".

"Sono stufa di quello che vedo. Tutti i miei amici vanno all'estero perché questo Paese non può dare loro ciò di cui hanno bisogno. E non c'è fine, perché questo governo non si arrende", sottolinea un’altra manifestante.

Intanto il governo Orban ha modificato leggermente il progetto di legge sull'istruzione rimuovendo una delle clausole più contestate come quella del lungo periodo di preavviso per le dimissioni.

L'ultima manifestazione contro la legge sullo status si è svolta il 24 aprile, sempre a Budapest, quando sono stati lanciati gas lacrimogeni contro gli studenti che protestavano presso l'ufficio del Primo ministro". Ancora una volta non sono mancati tafferugli e momenti di tensione tra manifestanti e polizia. Ora i disegni di legge saranno presentati al governo una volta concluse le consultazioni.

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