Le proteste continuano da mesi, ma Orbán usa lo scudo dei fondi per la ripresa che Bruxelles non vuole erogare
Una catena umana formata da insegnanti, genitori e studenti lunga nove chilometri ha costeggiato la riva del fiume Danubio a Budapest per una manifestazione volta a chiedere un aumento degli stipendi per i docenti e un'istruzione più al passo con i tempi. La protesta ha bloccato il traffico in alcuni punti, ma il supporto degli automobilisti non si è fatto attendere. Altre catene umane sono state create anche in città minori.
I sindacati sono scesi in strada anche per rispondere alle minacce rivolte dal governo agli insegnanti che scioperano. Gli studenti chiedono al governo di Viktor Orbán di difendere il futuro delle nuove generazioni.
"Ci sono molti insegnanti che fanno il loro lavoro molto bene, ma sono sottopagati e devono sottostare alle clausole che non favoriscono la loro condizione", ci dice una studentessa.
Mentre l'economia rischia la recessione e l'inflazione galoppa Orbán promette che il rialzo degli stipendi degli insegnanti avverrà solo quando i fondi per la ripresa stanziati dalla Commissione europea, ora bloccati per la disputa con Bruxelles sul rispetto stato di diritto, verranno erogati.
Da agosto, i sindacati degli insegnanti di tutto il Paese hanno indetto scioperi a rotazione. Questa settimana, solo in un distretto di Pest, 25 scuole hanno interrotto il lavoro per periodi più o meno lunghi.