L'uomo era stato arrestato nel 2021 dopo il dirottamento, da parte delle autorità di Minsk, di un volo passeggeri su cui viaggiava. L'arresto plateale aveva suscitato la dura reazione dell'Occidente
Il tribunale di Minsk ha condannato a otto anni di carcere Roman Protasevich (conosciuto anche come Raman Pratasevich), 27 anni, il giornalista dissidente bielorusso arrestato il 23 maggio 2021, dopo essere stato interrogato mentre era su un volo passeggeri Atene-Vilnius, dirottato dalle autorità bielorusse a Minsk.
I controllori di volo bielorussi ordinarono all'aereo di linea Ryanair in viaggio tra la Grecia e la Lituania di atterrare a Minsk, dicendo all'equipaggio che c'era una minaccia di bomba. A bordo non sono stati trovati esplosivi e Protasevich, che all'epoca viveva in esilio in Lituania, è stato arrestato una volta che l'aereo è atterrato.
L'operazione spettacolare scatenò l'indignazione e delle sanzioni occidentali contro Minsk.
Protasevich è stato co-fondatore e direttore di Nexta, un canale Telegram che fu un punto di riferimento per i manifestanti durante le proteste antiregime del 2020 in Bielorussia, scoppiate dopo le elezioni vinte, forse con brogli, dal presidente Alexander Lukashenko.
Le accuse nei confronti di Protasevich sono di palese matrice politica e vanno dall'"estremismo" al "tentativo di prendere il potere".
La fidanzata di Protasevich condannata a 6 anni
La pubblica accusa aveva chiesto dieci anni di reclusione per Protasevich.
Anche la fidanzata del giornalista, Sofia Sapega, era sull'aereo Ryanair costretto ad atterrare a Minsk alla fine di maggio del 2021 e anche lei fu arrestata.
Un anno dopo, la giovane è stata condannata a sei anni con l'accusa di aver gestito un canale Telegram che avrebbe pubblicato i dati personali di alcuni agenti delle forze di sicurezza bielorusse.
Anche Sofia Sapega è considerata una prigioniera politica e potrebbe essere presto estradata in Russia.
Secondo l'agenzia di stampa statale Belta, Stepan Poutilo e Ian Roudik, altri due imputati in esilio all'estero, anch'essi co-fondatori di Nexta, sono stati condannati in contumacia rispettivamente a 20 e 19 anni di carcere, in particolare per aver invitato a commettere "atti di terrorismo".