Terremoto in Turchia, drammatico bilancio delle vittime

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Di euronews con Ansa
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Tra i morti anche Shouha. Da Busto Arsizio era volata dalla figlia che aveva dato alla luce la prima bimba a Antiochia. Era una famiglia felice, serena, che in Italia aveva messo radici, perfettamente integrata. In Italia restano il padre e i 4 figli maschi

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Il bilancio delle vittime  del terremoto che ha colpito Turchia e Siria viene aggiornato di ora in ora: la drammatica conta ha raggiunto le 41 mila vittime.

Tra queste ci sono anche Shouna Ibrahim e le sue figlie. Ecco la loro storia.

Erano volate in Turchia per celebrare la vita, e purtroppo hanno trovato la morte uccise dal devastante terremoto di una settimana fa. Shouha Ibrahim, 44 anni, e le sue due figlie, Sabrin e Uafa, sono rimaste sepolte sotto le macerie a Antiochia. Residenti a Busto Arsizio (Varese), ma di origine siriana, Shouha e Uafa avevano raggiunto la figlia e sorella maggiore, Sabrin, che aveva appena dato alla luce la sua bambina in Turchia. A casa era rimasto il papà, Khalid Hasan, dipendente di un'officina di Vanzaghello (Milano), insieme ad altri quattro figli. Ieri mattina il ministro degli esteri Antonio Tajani aveva dato la notizia del decesso delle tre donne, da anni residenti in Lombardia e con passaporto italiano, ma fino alla tarda serata di ieri il sindaco di Busto Arsizio Antonelli non aveva alcuna notizia in merito, salvo poi pubblicare un commento di cordoglio su Facebook.

Una famiglia felice, serena, che in Italia aveva messo radici, con i figli impegnati nelle scuole di Busto e con ottimi risultati, perfettamente integrati, gli Hasan stavano vivendo la gioia di abbracciare la prima nipotina. La loro figlia maggiore, diplomata come i suoi fratelli all'istituto Verri di Busto Arsizio, sul suo profilo Facebook il "Cristo" brasiliano che stringe la bandiera italiana, ex dipendente della "Sos Milano Odv", servizio di emergenza sanitaria, una volta sposata, si era trasferita in Turchia con il marito, e aveva lasciato l'Italia e la sua famiglia, con la quale però era sempre in contatto. Shuoa e Uafa, quando si è avvicinata la data del parto, sono partite per raggiungerla, pe restare fino a domenica scorsa. Poi la decisione di fermarsi qualche giorno in più per dare supporto alla figlia e neo mamma, come ha spiegato poi uno dei suoi figli rimasti in Italia.

Quando il terremoto ha devastato la Turchia, il marito e padre delle tre donne, Khalid, ha preso il primo volo disponibile. Purtroppo, al suo arrivo, ha scoperto che non ce l'avevano fatta. Sia a Busto Arsizio che a Vanzaghello sono decine le persone che raccontano di loro come di una famiglia speciale, molto unita, che in Italia viveva da oltre 20 anni.

Tutti si sono attivati per dare supporto ai figli rimasti a casa, dai concittadini ai colleghi di lavoro del padre. Ora è atteso il rientro delle salme, anche se non è ancora stato chiarito se saranno trasferite in Italia o in Siria.

E intato un'altra notte è appena trascorsa in Turchia e Siria, dove continuano le ricerche dei dispersi. Il bilancio del terremoto di una settimana fa parla di oltre 41 mila morti.

Ma l'entrata in scena in modo più prepotente di bulldozer e mezzi pesanti lascia intendere che anche la speranza non c'è più.

Non bastano gli aiuti internazionali arrivati finora in Siria e Msf denuncia le difficoltà nella regione, dove l'Ong opera ma la sua attività è come una goccia nell'oceano.

Ci sono anche le difficoltà dovute alla conflitto in corso da oltre dieci anni. L'Onu è riuscito a inviare i propri aiuti così come Hezbollah che dal Libano ha fatto arrivare 23 convogli di generi di prima necessità a Latakia roccaforte del presidente Bashar al Assad.

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