Terremoto in Turchia e Siria: 20.700 vittime, peggio che a Fukushima. E salvataggi "miracolosi"

Continua a salire impietosamente il bilancio delle vittime dei terremoti che lunedì hanno colpito Turchia e Siria: al momento, 20.700 persone hanno perso la vita.
Peggio che a Fukushima
Il terremoto ha raso al suolo migliaia di edifici ed è stato uno dei più mortali al mondo in oltre un decennio.
Il numero delle vittime ha superato il bilancio del terremoto del 2011 al largo di Fukushima, in Giappone, che innescò uno tsunami, uccidendo più di 18.400 persone.
I salvataggi continuano
Dopo 90 ore dalla prima scossa di magnitudo 7.8, avvengono ancora "miracolosi" salvataggi da parte delle squadre di soccorso, all'opera incessantemente.
Un padre e un figlio adolescente sono stati salvati ad Hatay (Turchia) dopo 88 ore sotto le macerie e altre tre persone sono stati salvate, ad Antiochia, una delle città turche più colpite dal sisma di lunedì.
La storia di Hilal
Tra i sopravvissuti anche Hilal Bilgi, 10 anni, trovato tra le macerie di un appartamento di 7 piani a Hatay. Per salvare il bimbo, riporta il quotidiano turco "Hurriyet", i soccorritori hanno scavato una galleria: il bambino era sotto un blocco di cemento e, con l'approvazione dei parenti, si è deciso di amputargli un braccio con un'operazione eseguita sotto le macerie.
Nel sisma il bambino ha perso i genitori e tre fratelli.
Salvataggi "miracolosi"
Una famiglia di sei persone, di cui due donne, sono state estratte vive dopo 102 ore a Iskenderun, nella provincia di Hatay, nel sud della Turchia.
Secondo quanto riportato dal quotidiano turco "Daily Sabah". I soccorritori hanno tirato fuori Yasemin e Kadir Oktay, insieme ai loro quattro figli Arda, 12 anni, Zilan, 22 anni, Helin, 23 anni, e Dilan,19 dalle macerie del condominio dove abitavano.
E il miracolo è avvenuto anche per Mohammed, 9 o 10 anni, estratto vivo dopo 80 ore dalle macerie di un palazzo di quattro piani crollato nel distretto di Elbistan, a Kahramanmaraş, luogo dell'epicentro del terremoto e che finora ha registrato in totale 650 scosse di assestamento.
Fragile e disidratato, con il pigiama e i calzini a righe che ha addosso da quella notte, ma già con quella flebo che significa vita, mentre viene portato via in barella.
Anche una donna di 82 anni, Hatice Korkut, è stata estratta viva dalle macerie, giovedì pomeriggio a Elbistan.
Gli applausi della folla hanno festeggiato un altro salvataggio che ha del miracoloso a Belen, nella provincia devastata di Hatay.
Gli uomini dell'AFAD, l'Autorità turca per la gestione delle calamità, hanno portato alla luce un'intera famiglia, padre, madre e tre figli, dopo 82 ore.
Ha 6 anni Beren, salvata a Gaziantep dalla squadra della National Disaster Response Force (NDRF), il corpo indiano di risposta alle emergenze, che sta collaborando con il governo turco nelle aree più colpite.
In Siria
La ricerca dei sopravvissuti continua anche in Siria.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, afferma che la Siria ha bisogno di tutto.
Il primo convoglio di aiuti delle Nazioni Unite ha raggiunto la Siria nord-occidentale, controllata dai ribelli, mentre migliaia di famiglie hanno trascorso un'altra notte gelida in auto e rifugi improvvisati.
L'ONU afferma di aver stanziato più di 23 milioni di euro per la Siria.
La Grecia ha inviato 80 tonnellate di aiuti umanitari ad Adana, nel sud della Turchia.
L'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha inviato kit sanitari e attrezzature mediche in entrambi i Paesi.