Nuova sparatoria a Gerusalemme Est. L'autore è un tredicenne

Sette persone sono morte nella sparatoria a Gerusalemme ad opera di un palestinese
Sette persone sono morte nella sparatoria a Gerusalemme ad opera di un palestinese Diritti d'autore Fatima Shbair/Copyright 2022, The AP. All rights reserved
Di Gianluca Martucci
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A meno di ventiquattro ore dalla tragedia di Neve Yaakov altro attacco tra la folla della parte Est della città. Due i feriti

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Un tredicenne ha aperto il fuoco a Gerusalemme Est nel quartiere palestinese Silwan, nei pressi della città vecchia. Il giovane ha sparato verso un gruppo di cinque persone, ferendone due, padre e figlio, ora ricoverati in ospedali in condizioni non gravi. 

L'attacco è avvenuto a meno di ventiquattro ore e poco lontano dalla sparatoria che venerdì sera ha causato sette morti nei pressi della sinagoga di Gerusalemme Est durante le celebrazioni dello Shabbat ebraico. La polizia ha confermato che l'assissino è un palestinese di ventuno anni e che probabilmente avrebbe agito in autonomia. Inseguito durante la fuga, è stato ucciso dagli agenti.

L'attacco era stato celebrato soprattutto in Cisgiordania come un successo dopo il blitz dell'esercito israeliano a Jenin di giovedì che ha causato nove morti. L'operazione puntava all'arresto di un comandante della Jihad islamica attiva nel campo profughi della città sospettato di essere pronto a causare "molteplici attentati terroristici, incluse sparatorie contro militari e civili". 

"Se non avessimo agito, lo avrebbero fatto loro", hanno dichiarato fonti dell’esercito dopo le tre di scontro che hanno provocato un bilancio di ventinove feriti. Nella stessa giornata un altro palestinese è morto durante un episodio di tensione con la polizia vicino Gerusalemme. A poche ore di distanza una serie di razzi erano stati lanciati dalla striscia di Gaza colpendo la parte meridionale del Paese, senza tuttavia fare vittime. Tutti eventi che certificano una delle escalation più sanguinose degli ultimi anni nella regione.

"Risposta immediata"

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto una risposta immediata, per "l'attacco più sanguinoso" commesso a danno dei suoi cittadini negli ultimi anni, ma anche invitato la gente a non farsi giustizia da sola. La polizia e le forze di sicurezza, agiranno "secondo quanto delibererà il governo al termine dello Shabbat", ha detto parlando ai giornalisti nella sede del comando della polizia nazionale.

Gli spari sono avvenuti a Neve Yaakov, un quartiere di Gerusalemme con una grande popolazione ultraortodossa. Oltre ai morti si contano anche tre feriti.

I numeri si aggiungono ai bilanci drammatici che si susseguono ogni anno. Nel 2022 erano 150 i palestinesi uccisi in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, mai così tanti dal 2004 secondo il principale gruppo israeliano per i diritti B'Tselem. Nel 2023 sono almeno 30. Sempre l'anno scorso, 30 israeliani avevano perso la vita durante gli attacchi palestinesi.

Domenica è attesa la visita del Segretario di Stato degli Staty Uniti Antony Blinken. Il viaggio di Blinken sarà probabilmente incentrato sulla necessità di calmare le acque. Si discuterà delle cause di fondo del conflitto, dell'agenda del nuovo governo israeliano di estrema destra e della decisione dell'Autorità Palestinese di interrompere il coordinamento della sicurezza con Israele in risposta al raid di Jenin.

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