Vertice di Ramstein: nessuna decisione sull'invio di armi pesanti all'Ucraina

Un carro armato
Un carro armato Diritti d'autore Michael Sohn/AP2011
Diritti d'autore Michael Sohn/AP2011
Di Andrea Barolini
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Al meeting a guida Usa che si è tenuto in Germania nessuna decisione sull'invio di carri armati Leopard in Ucraina

PUBBLICITÀ

Il vertice tenuto presso la base militare americana di Ramstein, in Germania, sulle possibili forniture di carri armati pesanti all'Ucraina, si è risolto in un nulla di fatto. A confermarlo è stato Boris Pistorius, ministro della Difesa tedesco, che ha così gelato le speranze di Kiev di poter ricevere un nuovo aiuto militare nell'ambito dello sforzo bellico profuso per respingere l'attacco della Russia.

Posizioni non omogenee fra ministri e militari occidentali

"È chiaro - ha spiegato il membro del governo di Berlino - che le posizioni sono molto meno omogenee di quanto avessimo immaginato". A Ramstein si sono riuniti ministri e alti funzionari militari di una cinquantina di Paesi. Nello specifico, la Polonia e la Finlandia hanno proposto di consegnare i carri pesani, ma la posizione non è stata condivisa da tutti gli Stati presenti.

All'apertura della riunione, il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky aveva esortato le nazioni alleate ad accelerare le forniture di armi pesanti. Ma tra i Paesi occidentali, appunto, non c'è stata unanimità. Il che ha suscitato l'immediata reazione del Cremlino, il cui portavoce Dimitri Peskov ha affermato che ciò dimostrerebbe come si consideri ormai "illusoria" una possibile vittoria ucraina "sul campo di battaglia".

Gli Stati Uniti: "Continueremo ad aiutare l'Ucraina"

Secondo numerosi esperti, al contrario, un'eventuale fornitura di carri pesanti moderni, di concezione occidentale, rappresenterebbe un vantaggio strategico fondamentale per Kiev sul fronte orientale. 

"Non rallenteremo, continueremo a spingere nell'aiutare l'Ucraina e sono certo che i nostri partner in tutto mondo vogliano arrivare in fondo", ha in ogni caso assicurato il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, dopo il vertice. Aggiungendo che Kiev si appresta a vivere "una fase decisiva".

Aiuti militari da 2,5 miliardi di dollari da Washington

Da parte sua, Washington sbloccherà un aiuto complessivo del valore di 2,5 miliardi di dollari. Esso comprende l'invio di 59 blindati leggeri Bradley, che si aggiungono ai 50 promessi lo scorso 6 gennaio e ad altri 90 mezzi adibiti al trasporto di truppe. Ma, appunto, non sono previsti - almeno per ora - carri pesanti del tipo Abrams. 

Il Regno Unito, similmente, si è impegnato a inviare all'Ucraina 600 missili Brimstone; la Danimarca 19 cannoni Caesar di fabbricazione francese e la Svezia una serie di cannoni Archer. La Finlandia, inoltre, prevede un aiuto militare da 400 milioni di euro, che comprende in particolare artiglieria e munizioni. 

Il timore di una pericolosa ulteriore escalation militare

I responsabili occidentali riuniti in Germania hanno preferito non consegnare all'Ucraina neppure i sistemi missilistici a lungo raggio, che potrebbero colpire la catena di approvvigionamento militare russa. Un consigliere di Zelensky aveva esortato a "smettere di tremare di fronte a Putin", ma i ministri e militari riuniti a Ramstein temono un'escalation pericolosa del conflitto, qualora Zelensky utilizzasse tali tipi di armi per colpire in profondità il territorio russo, nonché le basi aeree e navali in Crimea. 

Le Nazioni Unite, nel frattempo, hanno annunciato l'arrivo di un primo convoglio umanitario nei pressi di Soledar, città dell'Ucraina orientale la cui conquista è stata rivendicata la scorsa settimana dall'esercito russo e dai mercenari del gruppo Wagner, ma smentita da Kiev.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Guerra in Ucraina, secondo anno. Come è cambiato il mondo da quel 24 febbraio

Ucraina, indagine dei servizi sull'elicottero caduto

Germania: arrestate due spie russe, volevano sabotare gli aiuti a Kiev