Le fotografie "segrete" che raccontano la rivolta del 1943 nel Ghetto di Varsavia

Fotografie che raccontano la storia.
Il Museo di Storia ebraica (POLIN) di Varsavia ha presentato un documento eccezionale: una ventina di fotografie mai viste prima, scattate di nascosto durante la rivolta del Ghetto di Varsavia, nel 1943.
A scattare le foto fu un giovane pompiere polacco di 23 anni, Zbigniew Leszek Grzywaczewski, chiamato dai nazisti - insieme agli altri Vigili del Fuoco - per evitare che gli incendi appiccati da loro stessi nel ghetto si propagassero agli edifici all'esterno.
Le fotografie sono state ritrovate a dicembre dal figlio di Zbigniew Leszek Grzywaczewski, che è scomparso nel 1993.
Macej Grzywaczewski si è detto "estremamente emozionato" per aver ritrovato quelle vecchie istantanee, insieme ad altre foto del padre...
Jacek Leociak, storico polacco del Centro per la ricerca sull'Olocausto, spiega:
"Il valore inestimabile di queste foto sta nel fatto che sono state - per cosi dire - rubate ai tedeschi: sono le uniche immagini di quella rivolta a non essere state scattate dai nazisti, con intenti propagandistici. Sono, quindi, foto autentiche, che raccontano il ghetto e la rivolta".
Le immagini appena scoperte faranno parte parte di una mostra al Museo di Storia ebraica, dal titolo "Intorno a noi un mare di fuoco", che verrà inaugurata il 18 aprile, alla vigilia dell'80° anniversario dello scoppio della rivolta del Ghetto di Varsavia.
Era il 19 aprile 1943, quando le SS e la polizia tedesca entrarono nel ghetto per arrestare molti dei residenti.
Circa 750 giovani combattenti ebrei, armati solo di pistole e altre armi leggere, attaccarono le forze dell'ordine tedesche. Nei loro testamenti scrissero di sapere di essere condannati, ma di voler morire in un momento e in un luogo di loro scelta.
Alla fine, i combattenti resistettero quasi un mese,
Grzywaczewski, i cui familiari stavano rischiando la vita per salvare gli ebrei, portò la sua macchina fotografica nel ghetto e fotografò segretamente gli ebrei mentre venivano condotti a Umschlagplatz, l'area di detenzione dove le forze di occupazione tedesche li trattenevano prima della deportazione nel campo di concentramento di Treblinka.
Alcune delle foto sono sfocate o con inquadrature non precise, il che indica che Grzywaczewski, che era un esperto fotografo, le stava scattando di nascosto.