Minsk, a processo Svetlana Tikhanovskaya e gli altri leader dell'opposizione

Opposizione alla sbarra in Bielorussia.
È iniziato a Minsk il processo all'ex candidata alle presidenziali Svetlana Tikhanovskaya e ad altri leader, accusati in contumacia di una serie di reati, tra cui la creazione di un'organizzazione estremista, il tradimento la minaccia alla sicurezza nazionale.
Tikhanovskaya si trova in queste ore a Davos.
Il ''processo farsa''
"Prima di tutto, lo definirei un sedicente processo perché non ha nulla a che fare con la giustizia nel nostro Paese - dice Tikhanovskaya -Tutti questi processi sono una vendetta contro coloro che si oppongono al regime di Lukashenko o alla guerra. Quindi, di certo non mi aspetto nulla. Sarò condannata ad anni e anni di prigione. Il giudice mi darà tanti anni come gli è stato ordinato di fare".
La procura bielorussa accusa i leader del Consiglio di coordinamento dell'opposizione di sobillare rivolte di massa, di aver sequestrato edifici e tramato un colpo di Stato. Gli imputati rischiano decenni di carcere.
Il processo si svolge a porte chiuse e, secondo Tikhanovskaya, non è possibile entrare in possesso del materiale processuale.
Allo stesso tempo, i tribunali bielorussi perseguendo altri oppositori, giornalisti e attivisti, tra cui il direttore generale e il caporedattore del portale Tut.by, Lyudmila Chekina e Marina Zolotova.
A processo anche i responsabili del centro per i diritti umani di Viasna, tra cui figura il premio Nobel per la pace Ales Byalyatsky.
Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko è al potere dal 1994.
Lukashenko ha ufficialmente vinto le presidenziali dell'agosto del 2020 con l'80% dei voti, ma - secondo diversi osservatori - questo risultato è frutto di palesi brogli elettorali.
Nei mesi successivi la riconferma, in Bielorussia si sono registrate numerose proteste di massa, represse dal regime con la forza e con ondate di arresti.
Secondo l'ong per la difesa dei diritti umani Viasna, in Bielorussia ci sono almeno 1.438 prigionieri politici.