Bielorussia, pugno di ferro di Lukashenko: incarcerata l'opposizione

Le proteste di Minsk, agosto 2020.
Le proteste di Minsk, agosto 2020. Diritti d'autore Evgeniy Maloletka/Copyright 2020 The AP. All rights reserved.
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Di Cristiano TassinariEuronews - AP
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Dodici attivisti dell'opposizione in Bielorussia sono stati condannati a pene comprese tra i due anni e mezzo e i 25 anni di carcere: è il verdetto del processo legato alle proteste dell'agosto 2020, esplose dopo la rielezione (con accuse di brogli) di Lukashenko alla presidenza della Bielorussia

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Pugno di ferro di Lukashenko.

Dodici attivisti dell'opposizione in Bielorussia sono stati condannati a pene comprese tra i due anni e mezzo e i 25 anni di carcere: è il verdetto del processo legato alle proteste dell'agosto 2020, esplose dopo la rielezione (con accuse di brogli) di Alexander Lukashenko alla presidenza della Bielorussia. 

Lo ha reso noto la ONG per i diritti umani Viasna.

Nikolai Avtukhovich, uno dei leader delle proteste, secondo l'accusa, è stato condannato a 25 anni di carcere al termine del processo, che aveva preso il via a maggio a Grodno, nell'ovest della Bielorussia.

È stato accusato di atti di "terrorismo", preparazione di un atto terroristici in associazione a delinquere, tentato colpo di Stato e tradimento:

In carcere anche Bielatski

Lo conferma Viasna, il cui leader, Ales Beliatski, è attualmente in carcere (dal 2021) in Bielorussia ed è stato uno dei co-vincitori del Premio Nobel per la Pace 2022.

Gli inquirenti hanno accusato il gruppo d'opposizione di aver incendiato un'auto e la casa di un poliziotto a Grodno, nell'ottobre 2020, di aver fatto esplodere l'auto di un altro agente di polizia e di aver preparato altri attacchi.

Degli altri undici imputati, oltre ad Avtukhovic, nove sono stati condannati a a pene variabili tra i 15 e i 20 anni di carcere, uno a sei anni e un mese e uno a due anni e mezzo. Tra questi, il sacerdote ortodosso Sergei Rezanovich: è stato condannato a 16 anni di carcere e sua moglie a 15

In seguito alla dura repressione di Lukashenko, la ONG ritiene che in Bielorussia ci siano attualmente 1.340 prigionieri politici.

Dmitry Azarov/Sputnik
Alleati: Lukashenko e Putin, ad Astana. (14.10.2022)Dmitry Azarov/Sputnik

.Nell'agosto 2020, in occasione di una nuova rielezione, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha dovuto affrontare un movimento di protesta senza precedenti che ha visto decine di migliaia di persone scendere in piazza, nella capitale Minsk e in altre città, per settimane per chiedere le sue dimissioni. 

Ma le autorità bielorusse, accusando l'Occidente di essere "regista" della mobilitazione, hanno avviato una violenta repressione del movimento, arrestando migliaia di persone e costringendone altre all'esilio, come un'altra leader dell'opposizione, Svetlana Tikhanovskaya, che aveva sfidato il presidente bielorusso alle urne per sostituire il marito, incarcerato pochi mesi prima.

MoNel marzo 2021, la Procura bielorussa ha annunciato che Svetlana Tikhanovskaya, costretta all'esilio in Lituania, era a sua volta indagata per "preparazione di un atto organizzato di terrorismo", secondo quanto riportato dall'agenzia statale bielorussa Belta.

Allo stesso tempo, i media indipendenti e molte ONG sono stati smantellati o messi al bando e i loro dipendenti e leader costretti a fuggire o incarcerati.

Tra questi, anche Ales Beliatski, recente co-vincitore del Premio Nobel per la Pace, in carcere dal luglio 2021.

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