"Il fiume Silala soggetto al diritto internazionale". Il pronunciamento della Corte internazionale di giustizia mette d'accordo Cile e Bolivia. Archiviati (o quasi) anni di dispute sul corso d'acqua che attraversa i due paesi
La Corte internazionale di giustizia non si pronuncia e archivia così una delle ultime dispute tra Cile e Bolivia. Con un verdetto non appellabile, il più alto organo giudiziario delle Nazioni Unite ha decretato di "non essere chiamato a prendere alcuna decisione", di fatto ribadendo il carattere internazionale - ormai peraltro riconosciuto da entrambi i Paesi - del fiume Silala.
Il corso d'acqua attraversa per quattro chilometri il territorio boliviano, prima di sconfinare in quello cileno. All'origine della controversia l'accusa dell'ex presidente Morales, che sosteneva Santiago avesse deviato il corso del fiume per sfruttarne le acque. La rivendicazione prendeva le mosse dal fatto che, negli anni '20, una parte del fiume era stata incanalata artificialmente da una società ferroviaria.
Fin dal 2016 il Cile aveva replicato, rivendicando il carattere internazionale del Silala davanti alla stessa Corte internazionale di giustizia. Quest'ultima ha ritenuto che la maggior parte delle rivendicazioni e delle questioni fossero già state risolte e accolto con favore la buona volontà delle parti nello sciogliere i nodi restanti. In questo pronunciamento Santiago vede quindi ora riconosciute le sue rivendicazioni e La Paz l'assoluzione dalle accuse cilene di aver violato il diritto internazionale.