Catania, scesi dalla Humanity 1 donne, bambini e fragili. Attesi altri migranti in porto

Porto di Catania, Sicilia
Porto di Catania, Sicilia Diritti d'autore Francesco Ruta/MTI/MTI
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Di Debora Gandini
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Sulla questione migranti il Viminale ribadisce la linea adottata: "le persone che hanno i requisiti possono sbarcare". "Gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali"

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Donne, bambini e persone fragili con condizioni di salute precarie. Solo loro, in base alle direttive del governo italiano, sono sbarcati a Catania dalla "Humanity 1", una delle quattro navi gestite da Ong che da giorni sono al largo delle coste della Sicilia. In tutto sono 155 i migranti fatti scendere. 

Mentre gli attivisti chiedono di aprire i porti e chiedono più libertà, volontari e operatori sanitari hanno distribuito cibo, coperte, acqua e medicine.

Intanto via libera per approdare a Catania anche alla **Geo Barents,**nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere con a bordo 572 naufraghi. Secondo una coordinatrice dell’organizzazione internazionale, Lucia Blanco Soto: "La nave non è mai un luogo ideale per così tante persone perché sono ammassate e molto vi-cine tra loro. È molto facile che le malattie si diffondano

E altre due navi con a bordo 147 migranti e due cada-veri sono arrivate nel porto di Augusta, nel Siracusano. E dal Viminale ribadiscono la linea adottata: "le persone che hanno i requisiti possono sbarcare", ma "gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali".

Da giorni giorni davanti alla costa della Sicilia orientale si trovano quattro navi di Ong, in attesa di un porto sicuro per fare sbarcare i migranti soccorsi nel mar Mediterraneo. Si tratta, oltre alla nave tedesca Humanity 1, della Rise Above (anch’essa tedesca, 90 persone) e delle norvegesi Ocean Viking (234 persone) e Geo Barents (572).

La linea di Piantedosi

Nella giornata di sabato, il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, aveva dichiarato: "Le persone che hanno i requisiti possono sbarcare, ma gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali". L’Italia si fa "Carico di ciò che presenta problemi di ordine assistenziale e umanitario, ma senza derogare al fatto che gli obblighi di presa in carico competono allo Stato di bandiera e senza venire meno agli obblighi umanitari su cui non faremo mai marcia indietro”.

Viminale "Cambiare strategia: si rafforzino i canali regolari"

A Berlino, che sollecitava Roma ad autorizzarne lo sbarco, dal G7 il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, replica invitando le ONG al rispetto delle regole. A colloquio sul tema con Spagna, Malta, Grecia e Cipro, quello degli interni Piantedosi, invita invece a un "cambio di strategia" e sollecita un "rafforzamento dei canali d'ingresso regolari".

Il monito della Ue

Da Bruxelles arriva un messaggio e un monito: "Salvare vite è un obbligo legale e morale”. La Commissione europea ha ricordato di aver istituito "un Gruppo di contatto per la ricerca e il salvataggio nel 2021, con l'obiettivo di evitare incidenti in mare, mantenere la sicurezza della navigazione e garantire una gestione efficace della migrazione, nel pieno rispetto del diritto internazionale e dell'Ue".

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