Proseguono intanto le attività militari russe
Il presidente tedesco Frank Walter Steinmeier in un rifugio, nel nord dell'Ucraina, insieme a tanti abitanti del posto. Un gesto simbolico e destinato a trasmettere un concetto - Berlino è vicina a Kiev - e smentire un pregiudizio: la Germania non ha del tutto chiuso le porte alla Russia.
Posizioni politiche ribadite nell'incontro tra Steinmeier e il suo omologo ucraino Zelensky, impegnato in queste ore a richiedere ancora nuove armi ai paesi occidentali, questa volta per reagire agli attacchi russi contro la rete energetica nazionale; attacchi che avrebbero portato al razionamento delle forniture e a frequenti black out in molte località.
Il presidente tedesco ha poi ribadito la posizione del suo paese coi giornalisti. "Siamo dalla parte di voi ucraini, vi sosteniamo e continueremo a farlo, economicamente, politicamente, militarmente, per tutto il tempo necessario. La Germania, signor presidente, condanna l'escalation russa, che passa per una mobilitazione parziale e una retorica nucleare irresponsabile".
Nel frattempo continuano le operazioni militari russe, con Mosca che insiste ad accusare l'Ucraina di un uso imminente di una bomba sporca, micidiale miscela di esplosivo tradizionale ed elementi nucleari. Una accusa che gli ucraini e i paesi occidentali liquidano come il pretesto per una aggressione. Gli allarmi di Kiev, tuttavia, hanno portato l'Agenzia dell'ONU per il nucleare a inviare in team di esperti in due siti ucraini, per verificare lo stato delle cose.
Infine, da segnalare l'esplosione vicino a una stazione televisiva a Melitopol, città sotto controllo russo, che Mosca definisce un atto terroristico.