Il Pnrr da solo non basterà per rilanciare il Sud. Reportage di Euronews dalla Sicilia

La città di Palermo in Sicilia
La città di Palermo in Sicilia Diritti d'autore Salvatore Cavalli/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
Diritti d'autore Salvatore Cavalli/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
Di Giorgia Orlandi
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Risorse insufficienti e mancanza di figure organizzative: sono alcuni dei limiti all'efficacia del Pnrr nelle regioni del Mezzogiorno

PUBBLICITÀ

La partita del Pnrr, tema molto dibattuto in campagna elettorale, si gioca proprio al Sud. Rilanciare il mezzogiorno, aggravato dalla pandemia prima e dalla crisi energetica poi è uno dei motivi per i quali l’Italia è il paese in Europa che ha preso la fetta più grande delle risorse messe in campo per risollevare le economie del continente.

Ma è realistico pensare che questi finanziamenti possano davvero colmare il divario fra nord e sud? Siamo andati in Sicilia per scoprirlo, nella regione che per adesso è in testa per stanziamenti.

Gap infrastrutturale

Tra i settori che fanno da traino per l’economia della regione c’è sicuramente quello delle infrastrutture. Ma qui i soldi del Pnrr , sono stati utilizzati soprattutto per completare progetti già iniziati. È il caso della ferrovia Messina – Catania – Palermo. In totale Rfi ha destinato alla Sicilia 2,33 Miliardi di euro del Pnrr.

Marco Falcone è Assessore alle Infrastrutture della Regione Sicilia.

"Da una parte non ci sono le professionalità sufficienti per la gestione di fondi e i Comuni si devono arrangiare. Dall'altra le risorse stanziate non bastano per coprire tutte le esigenze in tema di infrastrutture. Se strade e autostrade sono tagliate fuori e gli interventi si limitano a una parte del sistema ferroviario, il rischio è di non raggiungere l'obiettivo".

Casa e beni sequestrati

Un’ingente risorsa invece dei fondi previsti dal piano nazionale di Ripresa e Resilienza, riguarda le politiche abitative con oltre 230 millioni di euro assegnati che equivalgono a 150 progetti. Tra questi anche il recupero di edilizia popolare come nel caso di alcune unità abitative a Giarre.

Abbiamo visitato un locale di oltre 600 metri quadri, confiscato alla mafia, che avrà un impatto significativo sul territorio.

"È un simbolo della lotta contro la criminalità organizzata, che sarà utilizzato a supporto di numerosi residenti dell'area. Qui la mafia è ancora ben radicata e tende a reclutare i giovani del territorio", spiega Michele Cristaldi, Assessore beni confiscati alla Mafia del Comune di Catania.

Carenze strutturali

Ma come ci osserva il Professor Caserta, dicente di Economia Politica all'Università di Catania, non è solo una questione di quantità delle risorse impiegate.

“Il tema è come trasformare queste risorse in risultati concreti. Servono capacità organizzative, regole chiare e trasparenza nelle procedure della pubblica amministrazione...tutti aspetti carenti da queste parti. Fare un bonifico non è abbastanza...è solo l'inizio e ora dobbiamo dimostrare all'Unione europea di essere in grado di gestirci".

Dati alla mano, l’ipotesi di una revisione del Pnrr sembra quindi prescindere dalla crisi che da tempo ha colpito le amministrazioni meridionali e dal tema del divario nord-sud, che anche secondo molti studi non sarà colmabile solo grazie ai fondi europei.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Nessun colpo di scena nel confronto tra Letta e Meloni

PNRR: cominciano ad arrivare i fondi. I Paesi Bassi vittime della loro intransigenza

PNRR al via per alcuni paesi, ma non per tutti