Per maltrattamenti a bimbi maestra condannata a un anno e 4 mesi

Padre insospettito da figlioletto che infieriva su peluche
Padre insospettito da figlioletto che infieriva su peluche
Di ANSA
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(ANSA) – ANCONA, 11 LUG – Avrebbe alzato le mani su bambini
dai 3 ai 5 anni, mettendoli in punizione su una sedia in uno
sgabuzzino, per ore, dopo averli strattonati e offesi con frasi
quali “cretino” e “sei un topolino che fa la cacca”. Castighi e
punizioni continue, avvenute in un asilo di Fabriano (Ancona),
che hanno portato a processo una insegnante napoletana di scuola
materna condannata oggi al Tribunale di Ancona ad un anno e
quattro mesi di reclusione (pena sospesa dai benefici della
condizionale) per maltrattamenti su minori. A far partire
l’indagine, nel 2016, era stata la denuncia di un genitore che
aveva visto il figlio infierire sui peluche che aveva a casa. I
pupazzetti simboleggiavano lui all’asilo e il bambino, che
imitava l’insegnante parlando anche con accento napoletano, li
sgridava: “non lo fare più hai capito? Vai seduto lì, stai in
castigo”. Il papà si era rivolto alla polizia e il pm Ruggiero
Dicuonzo aveva aperto un fascicolo a carico della maestra. Nella
scuola materna “Anna Malfaiera” erano state messe delle
telecamere che avevano ripreso i maltrattamenti. Altri genitori poi avevano denunciato i maltrattamenti
riferiti dai bambini anche se l’insegnante, una 61enne
originaria della provincia di Napoli, difesa dall’avvocato
Monica Clementi dello studio Magistrelli, ha sempre negato le
accuse e adesso ricorrerà in appello. Nella sua classe seguiva
una ventina di bambini. “La classe era vivace ma non ho mai
chiuso i bambini nello sgabuzzino – aveva detto la maestra
durante il dibattimento, durato 4 anni – nemmeno c’era uno
sgabuzzino, c’era un lavandino per lavarsi le mani. Mi rode il
fegato, sono anni che sto in punizione”. Dopo gli accertamenti della polizia, era stato emesso un
provvedimento di sospensione all’insegnamento che è tuttora in
atto. La docente, dopo una lunga esperienza come bidella, aveva
vinto un concorso per maestra e si era trasferita dalla Campania
nelle Marche nel 2015. Un incarico, il suo, che doveva essere
annuale. La giudice Francesca Pizii oggi l’ha condannata a
risarcire, in solido con il ministero dell’Istruzione, le tre
famiglie di altrettanti bimbi che si sono costituite parte
civile. L’ammontare sarà definito in sede civile. (ANSA).

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