Ucraina: da inferno Mariupol ad 'adozione' in scuola a Milano
  
  
    
              Nappo, non si può rimanere indifferenti a dolore degli innocenti
                      
    
  
  
  
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  (ANSA) - MILANO, 25 MAG - Oryna, Sofiia, Kateryna, Mladenova,
Lev, Olha: sono alcuni dei nomi degli otto ragazze e ragazzi
ucraini, dai 14 ai 17 anni, sei femmine e due maschi, sfuggiti
all'inferno della guerra a Mariupol, nel Donbass e a Kiev. Chi
ha perso un genitore, chi ha un padre che è stato arruolato per
difendere la nazione dopo l'invasione della Russia, chi
rimanendo in Ucraina avrebbe rischiato la morte sotto i
bombardamenti. Ora sono salvi: sono stati 'adottati' dalla
scuola Freud di Milano tramite la Fondazione Sant'Ambrogio, una
onlus ente del terzo settore.
   Di certo gli adolescenti non potevano più studiare e non
erano più in grado di condurre la vita normale di ogni giovane
che guarda a un futuro pieno di speranze, sogni, opportunità. A
dare loro nuovamente un percorso concreto è stata la scuola
superiore che si occuperà completamente, e gratuitamente, del
loro sostentamento e della loro formazione. Tutti sono stati
iscritti all'Istituto Turistico ed è stato previsto un percorso
preciso e strutturato - già iniziato in questi giorni - per
consentire un loro inserimento nella nostra realtà. Le tappe, in
sintesi, sono l'accoglienza, il supporto psicologico,
l'alfabetizzazione della lingua italiana grazie a docenti di
russo, il miglioramento dello studio dell'inglese per chi ha già
una conoscenza della lingua e per tutti in seguito il regolare
insegnamento.
   "Non potevamo rimanere indifferenti all'immane tragedia
dovuta all'invasione della Russia - spiega Daniele Nappo,
direttore del Freud che ha coordinato il 'Progetto Adozione' -.
Abbiamo accolto questi ragazzi spaventati, frastornati,
costretti a un esodo non voluto. Non è giusto che debbano
soffrire e che il loro futuro sia compromesso. Ed è per questo
motivo che potranno fare tutto il percorso delle superiori nella
speranza che il loro futuro sia migliore del presente. Sono
ragazzi innocenti come tutti, non meritano il dolore e di essere
abbandonati". (ANSA).
  
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