Euroviews. Effetto-Covid, due anni dopo: gli studenti universitari riprendono la loro istruzione in mano

Scuola in presenza o didattica a distanza?
Scuola in presenza o didattica a distanza? Diritti d'autore Screengrab
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Di Diego Malcangi - Cristiano Tassinari
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Il sondaggio d'opinione della ONG Cheeg.org, su 17.000 studenti (anche 720 italiani) di 21 Paesi del mondo, fotografa l'istruzione del dopo-pandemia. Con difficoltà mentali ed economiche

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Problemi di ordine mentale e economico, in primis.

È un quadro grigio quello che emerge dal Global Student Survey, reaizzato dall'ONG Chegg.org, un sondaggio d'opinione su 17.000 studenti tra i 18 e 21 anni ,in 21 paesi del mondo, compresi 720 giovani in Italia.

È il primo report dopo la fase acuta della pandemia.

Se è vero che il Covid ha molto "complicato" il loro percorso accademico, costringendoli a lezioni on-line anzichè in presenza, dall'altra parte gli studenti universitari sarebbero d'accordo con una maggiore didattica a distanza, qualora risultasse più "economica".

Marc Boxser, Vice-Presidente della Comunicazione e Politici di Chegg.org: 
"La prima cosa che sarebbe importante per le istituzioni politiche è ascoltare la voce degli studenti, ed è il motivo per cui abbiamo fatto fare questa ricerca. Sono spesso assenti dal dibattito sulle questioni che hanno un impatto sulle loro vite. Il punto principale che è emerso nel sondaggio, in stragrande maggioranza, è la questione dell'impatto della pandemia sulla salute mentale degli studenti.
Circa il 60% ha detto di ritenere che la pandemia ha rovinato l'esperienza universitaria, cosa già molto triste, e anche ora, più di un terzo, quando sono tornati in presenza, stanno ancora dicendo che subiscono alcuni aspetti legati alla salute mentale.
 E, collegato a questo, un altro aspetto che emerge con un'ampia maggioranza, è la preoccupazione per i costi degli studi e il costo della vita".

L'intervista integrale (in Inglese) a Marc Boxser

Tra i tanti temi trattati, alcuni sono particolarmente interessanti, legati alle spese extra dell'istruzione.
Ad esempio, le difficoltà degli studenti fuori sede a pagare le bollette e gli affitti dell'alloggio o le spese mediche.

Ad avere questo problema è stato il 62% degli studenti tedeschi, il 58% di quelli francesi, il 55% di quelli statunitensi., il 50% degli spagnoli.
Meglio gli italiani: solo il 32% ha avuto problemi di questo genere, probabilmente perchè i nostri studenti sono tra quelli che vivono maggiormente in famiglia durante gli anni universitari.

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Spese-extra per l'istruzione.Euronews

Un altro quesito del sondaggio riguarda i debiti contratti per il periodo di studio: è accaduto solo per il 6% degli studenti italiani, mentre per gli studenti inglesi è quasi naturale (82%) e anche Germania e Usa hanno dati piuttosto elevati.

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Debiti contratti per gli studi.Euronews

Continua Marc Boxser: 
"I costi universitari sono un aspetto cruciale, certo, poi ci sono differenze nel costo della vita, e anche politiche diverse. Ma in Italia, per esempio, solo il 6% degli studenti ha un finanziamento per studiare, mentre in Germania ce l'ha il 46%.
Quindi, penso che i costi universitari rimangano un aspetto cruciale, ma resta il fatto che l'Italia è uno dei Paesi in cui i ragazzi durante l'Università vivono a casa dei genitori, e molti frequentano l'Università in una città vicina. Mentre in altri paesi europei, come nel Regno Unito per esempio, vogliono lasciare subito casa e andare in un'altra città.

E, quindi, in Europa si vedono molte differenze culturali, ma anche differenze di costi universitari e di costo della vita".

Tra i dati provenienti dall'Italia, 4 studenti italiani su 10 affermano di sentirsi pessimisti, la % più alta di qualsiasi altro paese intervistato e il 52% non si dichiara fiducioso sul futuro della propria situazione finanziaria.

E per il 19% degli studenti italiani, l'Italia non è un buon paese dove vivere.

Nonostante tutti i problemi del settore istruzione, gli universitari italiani si dichiarano molto attenti alle problematiche ambientali e climatiche, spingendo i loro Atenei ad attuare politiche eco-friendly. 

Al termine dell'intervista di cui trovate la versione integrale più in alto, Boxser ha sottolineato il militantismo di questa generazione di studenti, molto attenti ai temi ambientali (chiedono alle loro Università di attuare misure green, anche se - ci ha confermato a microfono ormai chiuso - questo non sembra influenzare particolarmente le loro scelte quanto alle facoltà o alle materie di studio, perché l'aspetto economico e quindi di carriera è comunque fondamentale) e hanno anche una particolare attenzione ai temi sociali.

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