Crisi, pandemia e ora inflazione: il carrello leggero dei pensionati greci
"Non c'è niente da fare, se non avere pazienza. Compriamo solo l'essenziale. Se vuoi qualcosa in più, non te lo puoi permettere".
Maria Tsivita è una pensionata che si è vista tagliare l'assegno mensile ai tempi della crisi finanziaria greca. Oggi è tornata dal mercato di Atene solo con le uova.
"Cosa posso dire dei prezzi? Non li vedete anche voi? È un disastro - si lamenta - Ho fatto tutto il mercato avanti e indietro cercando qualcosa di economico, ma non c'è niente. È tutto caro, i pomodori per esempio, tutto, tutto".
Per i cittadini greci, questo è un altro anno che mette a dura prova la vita quotidiana.
Crisi, pandemia e inflazione
Dopo aver sopportato il peso di dodici anni di crisi economica e la pandemia, a inizio 2021 l'inflazione era inesistente. Ma dall'autunno scorso l'ondata di aumenti dei prezzi che si vede in tutta Europa qui si è fatta ancor più visibile, toccando i massimi da 27 anni.
Nonostante la Grecia sia un Paese agricolo, i prezzi della produzione sono aumentati per via dei costi energetici. E questo si riflette sulla busta della spesa, soprattutto per gli anziani.
"Compriamo solo lo stretto necessario, è vero - dice un pensionato - Cos'altro possiamo fare? Dobbiamo essere prudenti, finché le cose non migliorano di nuovo".
Salario minimo in crescita
Il governo di Atene di recente ha annunciato che dal primo maggio il salario minimo sarà incrementato di 50 euro, arrivando a 713 euro al mese. È il secondo incremento da inizio 2022, che secondo l'esecutivo porterà nelle tasche di chi lavora una mensilità in più rispetto a prima.
"I prezzi sono cari, ovunque, qui al mercato alimentare, nei supermercati, in tutti i negozi. Sono tempi molto duri dice un rivenditore.
"Questa stagione i prezzi delle fragole, per esempio, sono aumentati di quasi del 20% - aggiunge un altro - Lo stesso è successo a tutta la frutta. Cerchiamo di assorbire parte di questi aumenti, così i prodotti saranno accessibili ai consumatori"
L'inflazione dell'area dell'euro per marzo ha raggiunto il 7,5% guidata da pressioni inflazionistiche principalmente sull'energia e in secondo luogo su prodotti alimentari, alcolici e tabacco. Per il mese di aprile le previsioni sono in linea con gli aumenti dei mesi precedenti.