Vertice Scholz-Johnson: da Londra, nuove armi a Kiev. E Berlino promette d'affrancarsi dal gas russo

il premier britannico Johnson e il cancelliere tedesco Scholz
il premier britannico Johnson e il cancelliere tedesco Scholz Diritti d'autore BEN STANSALL/AFP or licensors
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Uno studio stima che Berlino potrebbe slegarsi da Gazprom entro l'inverno, Ma per l'Italia, che non ha stretto accordi di partenariato altrettanto solidi, le cose rischiano di essere più complesse

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La decisione, dopo i massacri degli ultimi giorni, era prevedibile: altri 100 milioni di sterline in armamenti stanno per partire dal Regno Unito alla volta dell'Ucraina. Ad annunciarlo, a margine del vertice londinese con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, è il premier britannico Boris Johnson, che a Kiev, oltre ad altri 800 missili anticarro, ha promesso anche armi all'avanguardia, come i missili antiaereo Starstreak, più moderni ed efficaci degli americani stinger.

"Tutto quello che stiamo cercando di fare - ha dichiarato Johnson, in conferenza stampa - è aiutare gli ucraini a proteggersi, a proteggere le loro famiglie e le loro case. Questo sembra essere moralmente un pensiero del tutto ragionevole da fare".

L'altro dossier sul tavolo è ovviamente quello relativo all'embargo energetico: dopo le esitazioni precedenti alla guerra, messa ormai una pietra tombale sul gasdotto Nordstream 2, il cancelliere tedesco assicura che i piani per l'indipendenza da Mosca procedono, pur fra innegabili difficoltà

"Stiamo lavorando attivamente per renderci indipendenti dalla necessità di importare gas dalla Russia" ha assicurato Scholz. "Questo, come potete immaginare, non è così facile, perché c'è bisogno di infrastrutture che dovranno essere costruite prima, come i gasdotti fino alla costa settentrionale della Germania. Stiamo compiendo gli investimenti più forti e gli sforzi più duri per diventare indipendenti".

Ma se l'Istituto di ricerca economica di Berlino ha stimato che la Germania potrebbe affrancarsi dal gas russo entro l'inverno, per l'Italia le cose potrebbero essere più complesse: a differenza di Berlino, che si è assicurata un partenariato a lungo termine col Qatar, Roma sta ancora cercando fornitori che possano rimpiazzare le erogazioni da Mosca.

Difficilmente una fornitura aggiuntiva da parte dell'Algeria, dove Mario Draghi sarà la prossima settimana, potrà essere sufficiente. Sul tavolo ci sono poi le forniture aggiuntive dall'Azerbaijan: ma il problema, in questo caso, è che il necessario raddoppio del gasdotto TAP potrebbe impiegare fino a 4 anni di tempo.

E a poco servirebbe il gas liquido promesso da Washington e Tokyo, dal momento che l'Italia sconta una drastica carenza di impianti di rigassificazione: le tre strutture presenti in tutto il paese non arrivano a stoccare nemmeno i quasi 600mila metri cubi che la sola città di Barcellona - dove è in effetti allo studio un nuovo hub energetico per l'Europa - è in grado di garantirsi con uno dei sei impianti nazionali spagnoli

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