A Marsiglia un centro di accoglienza galleggiante. Un traghetto per i profughi ucraini

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Di Debora Gandini
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Marsiglia accoglie oltre 1600 rifugiati ucraini, Allestito un centro di accoglienza su un traghetto. Predisposti aiuti sociali, strutture sanitarie e un asilo per bambini

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Qualche valigia, borsoni in spalla e mascherine sul viso. Scene viste più volte in queste in settimane. Più di 1.600 profughi ucraini sono arrivati nella città portuale francese di Marsiglia. Ad accogliere queste persone in fuga dalla guerra diverse autorità locali. Per i profughi è stato ora allestito un centro di accoglienza temporaneo su un traghetto.

Christophe Mirmand, Prefetto della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, spiega che una nave è diventata una specie di albergo galleggiante per i profughi. Oltre ad accoglienti camere da letto, bagni, e un posto dove cucinare. Saranno predisposti anche aiuti sociali, strutture sanitarie, centri adibiti all’istruzione, assistenza all'infanzia e un asilo nido".

Volontari, istituzioni e cittadini cercano di fare in modo che i rifugiati si sentano a proprio agio anche se per loro resta difficile non preoccuparsi di chi è rimasto in Ucraina. "Sono molto triste perché mia nonna è rimasta a Kharkiv, fa notare una ragazza ucraina. E’ anziana e vive in un palazzo al 12° piano e non può scendere ogni volta che vuole o quando suona la sirena. Qui è tutto molto calmo ma non riusciamo a sentirci in pace perché nel nostro paese bombardano ogni giorno".

Le autorità di Marsiglia hanno allestito un centro di soggiorno dove i rifugiati ucraini avranno la possibilità di compilare tutto i documenti necessari insieme a dei traduttori. Oltre ad avere un posto sicuro dove vivere.

E proprio al Summit di Marsiglia a inizio marzo era stato stabilito un piano per affrontare l’emergenza profughi. Una sorta di Manifesto approvato all'unanimità al vertice.Nel testo si legge che per un migliore funzionamento democratico dell'Europa serve un maggior coinvolgimento delle regioni stesse, delle città e dei piccoli comuni.

Più coesione, più sussidiarietà, si chiede, puntando anche a raggiungere così una maggior partecipazione dei cittadini. Tra le possibili riforme, anche maggiori poteri del Comitato europeo delle Regioni, che potrebbe venir dotato di un ruolo vincolante - e non solo consultivo - negli ambiti strategici con una chiara dimensione territoriale.

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