Migranti, nuovo salvataggio in mare e Lampedusa vuole studiare le migrazioni

Migranti alla deriva
Migranti alla deriva Diritti d'autore AP/AP
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Il sindaco di Lampedusa Totò MArtello ha fortemente voluto il progetto dice di non veder l'ora di trasformare un simbolo di guerra come una base militare in un simbolo di pace

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Quasi 600 migranti sono stati soccorsi nella notte dalla Guardia Costiera italiana tra la Calabria e la Sicilia. I migranti, 573 persone in tutto tra cui 59 minori, erano a bordo di due pescherecci sovraccarichi in balia delle onde dello Ionio ad una settantina di miglia da Capo Spartivento.

Le persone sono state soccorse da alcune motovedette e poi trasferite a bordo della nave Diciotti.

A bordo di uno dei pescherecci è stato recuperato anche il cadavere di un migrante che, secondo le testimonianze dei suoi compagni di viaggio, era morto da giorni.

E mentre la Guardia costiera operava il salvataggio nello Ionio, dulle alture di Genova è stato assaltato un ex ostello della Gioventù dove sono ospitati minori migranti non accompagnati.

Il pronto intervento della polizia ha evitato un degenerare della situazione. Una volante è rimasta a presidiare la struttura per tutta la notte.

L'altra faccia di Lampedusa (che vuole istituire un centro studi sui flussi migratori)

All'ombra della tragedia dei migranti, l'isola di Lampedusa si candida a diventare un epicentro di studio e progettualità politica, culturale e artistica sui temi della pace e dei flussi migratori. Un progetto intende trasformare l'ex base militare Loran, nella zona di Capo Ponente, in un Centro studi in grado di coinvolgere istituzioni e associazioni internazionali, le reti del volontariato, gli istituti di ricerca sulla geopolitica, il mondo dell'arte e della cultura e destinato anche a ospitare grandi eventi. Il progetto, che il Comune intende affidare all'architetto Stefano Boeri, vede in prima linea l'amministrazione comunale e coinvolge la Regione, i ministeri della Cultura e della Difesa.

"Trasformare un 'simbolo di guerra' come un'ex base militare, in un 'simbolo di pace', è un'iniziativa di grande valore", dice il sindaco di Lampedusa e Linosa, Totò Martello, che ha fortemente voluto e promosso il progetto - L'impegno di Lampedusa e della sua comunità sul fronte dell'accoglienza umanitaria è riconosciuto e apprezzato a livello internazionale ma è arrivato il momento di avere un ruolo propositivo affinché, dal centro del Mediterraneo, si possa costruire un dialogo di pace in grado di affrontare il fenomeno dei flussi migratori

nella sua complessità". Nei giorni scorsi Boeri, accompagnato dal suo team e da altri consulenti (Emanuel Ingrao di Shifton e Silvia Basta di Fondazione Maimeri) ha effettuato sopralluoghi sull'isola.

"Quando a Lampedusa parliamo di migrazione - dice Boeri - parliamo di vite in movimento, di storie, dì identità che nei secoli si sono incontrate lasciando su quest'isola tracce profonde. L'idea di un museo delle migrazioni non può che partire dalla raccolta dì queste storie". Nelle scorse settimane è stata sottoscritta una lettera di

intenti tra il Comune di Lampedusa e Linosa e la Regione Siciliana. "È un progetto di grandissima valenza, non solo simbolica ma soprattutto strategica, che il governo regionale ha accolto sin da subito con entusiasmo", dice il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci".

Oltre al Centro studi internazionale per la Pace, il progetto prevede la nascita di diverse altre realtà sull'isola, tra queste un auditorium; un museo dotato di un archivio digitale, un sistema di laboratori e luoghi di studio e residenza per studiosi.

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