Ucraina, Di Maio incontra Lavrov e cerca la soluzione diplomatica

Di Maio and Lavrov
Di Maio and Lavrov Diritti d'autore Shamil Zhumatov/AP
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Di Annalisa Cappellini
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Il ministro degli Esteri italiano è volato a Mosca, dove in una conferenza stampa congiunta con il suo omologo russo ha cercato di dissipare le tensioni con la NATO

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Anche l'Italia entra nella danza diplomatica per risolvere la crisi russo-ucraina ...dopo una visita a Kiev, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è volato a Mosca, dove in una conferenza stampa congiunta con il suo omologo russo Serguei Lavrov ha cercato di dissipare le tensioni tra Putin e Nato.

Nonostante le dichiarazioni di apertura da parte di Mosca, la tensione con Washington era palpabile nelle dichiarazioni di Lavrov. "Non so se l'escalation finirà il 20 febbraio, perchè non siamo noi ad alimentarla", ha affermato il ministro degli Esteri russo. "Non risolveremo tutti i problemi finché non ci metteremo d'accordo su alcuni punti, è importante non togliere dal pacchetto alcune cose, tra cui il non allargamento a est della Nato e il non dispiegamento di armi da guerra. È essenziale invece il rispetto della configurazione militare e politica che è stata decisa per l'Europa al momento della firma dei patti tra la Russia e la Nato".

L'Italia "non promette punizioni, ma cerca soluzioni"

Il capo della diplomazia russa ha anche sottolineato l'importanza del ruolo dell'Italia nella partita diplomatica che, lontano dal confine russo, si sta giocando nelle sale dei bottoni europee. "Le sanzioni non possono essere varate se almeno un Paese sarà contrario. Non credo che l'Italia sia interessata a fomentare la tensione", anzi "noi vediamo che segue la tradizione della sua diplomazia" che è quella di "non minacciare in continuazione, non promettere punizioni, ma cercare soluzioni", ha dichiarato Serguei Lavrov in merito alle possibili sanzioni Ue sulla crisi in Ucraina.

Dichiarazioni contrastanti

Al di là delle dichiarazioni di intenti, Mosca ha voluto dare qualche segnale sul campo. Una decina di convogli di materiale bellico hanno lasciato la Crimea nelle ultime ore secondo il ministro della difesa russo, dopo quella che è stata definita come una esercitazione militare su larga scala.

Ma dalla Nato arriva la replica: "nessun segno di de-escalation", anzi, altri 7.000 uomini russi sarebbero arrivati negli ultimi giorni al confine con l'Ucraina. Anche la presidente della Commissione Ursula von der Leyen è intervenuta per chiedere una de-escalation reale: "sentiamo affermazioni della Russia sul ritiro delle truppe, ma non abbiamo visto alcun segno fino ad ora di de-escalation sul terreno. Al contrario vediamo che il consolidamento continua. Quindi ora abbiamo bisogno di fatti per credere alle parole che abbiamo sentito. Non abbasseremo la guardia e resteremo vigili e uniti".

Ucraina-Russia, tensione anche per i "passaporti facili"

Molti residenti a Donetsk, città nell'Ucraina orientale controllata dai separatisti sostenuti da Mosca, hanno chiesto la cittadinanza russa e riceveranno presto i nuovi passaporti.

Si uniranno agli oltre 720.000 residenti delle aree controllate dai ribelli filorussi, a seguito di una procedura accelerata ampiamente vista come un tentativo di sottolineare l'influenza della Russia nella regione.

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha esortato l'Unione europea ad imporre sanzioni alla Russia.

"Il rilascio di massa di passaporti russi ai cittadini ucraini che vivono nelle regioni di Donetsk e Luhansk - dice il ministro - è una chiara e flagrante violazione degli accordi di Minsk".

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