Cosa nasconde l'accordo sull'acciaio tra USA e Giappone

Cosa nasconde l'accordo sull'acciaio tra USA e Giappone
Diritti d'autore Katsumi Kasahara/AP
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La fissa per l'acciaio di Washington da Trump a Biden, tra fatti e dichiarazioni vi proponiamo la nostra lettura dell'accordo

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Accordo raggiunta da Washington per revocare  la tariffa del 25% che l'ex presidente Donald Trump ha imposto sull'acciaio giapponese importato.

L'accordo con il Giappone escluderebbe dalla tassa i primi 1,25 milioni di tonnellate di acciaio importato. Tale quantità di acciaio è pari alla media che gli americani hanno importato dal Giappone nel 2018 e nel 2019, annullando di fatto le tariffe e consentendo anche l'imposizione di tasse su eventuali importazioni superiori a tale somma.

"L'accordo che abbiamo raggiunto rafforzerà l'industria siderurgica americana e garantirà che la sua forza lavoro rimanga competitiva, fornendo anche un maggiore accesso all'acciaio più economico e affrontando un grave problema tra gli Stati Uniti e il Giappone, uno dei nostri più importanti alleati", ha affermato la segretaria al Commercio Gina Raimondo.

La rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti Katherine Tai ha affermato che l'accordo con il Giappone, insieme a un accordo separato dell'anno scorso sull'acciaio con l'Unione europea, li metterà in una posizione migliore per competere con la Cina.   

"Questo accordo, combinato con quello dello scorso anno con l'Unione europea, ci aiuterà a combattere le azioni commerciali anticoncorrenziali e non di mercato della Cina nel settore siderurgico", ha affermato ancora  Katherine Tai che ha anche sottolineato  le sfide che Washington deve affrontare nei suoi sforzi per frenare l'eccesso di offerta globale causato principalmente dalla Cina, l'accordo con il Giappone manca di alcuni degli elementi chiave inclusi nell'accordo con l'Ue.

Secondo la World steel association con sede in Belgio, l'amministrazione Biden ha incentrato tutte le sue politiche sulla concorrenza con la Cina, che rappresenta la maggior parte della produzione mondiale di acciaio.

**Perché Trump introdusse i dazi **

Le nuove linee guida sull'acciaio entreranno in vigore il 1 aprile.

Trump aveva annunciato le tariffe dell'acciaio nel marzo 2018 per motivi di sicurezza nazionale, anche se inizialmente le tasse hanno colpito molti alleati degli Stati Uniti. L'ex presidente ha utilizzato la sezione 232 del Trade expansion act del 1964, che consente di imporre dazi sulle merci importate in quantità tali da compromettere la sicurezza nazionale. 

Trump affermò che l'eccesso di forniture di metalli di base rappresentava una minaccia per la sicurezza nazionale, la sua amministrazione  nel 2018 impose tariffe del 25% sulle importazioni di acciaio e del 10% su quelle di alluminio provenienti da vari partner commerciali, compresi gli alleati, facendo andare su tutte le furie  Bruxelles e Tokyo.

l rischio derivante dalle tariffe doganali  è che le aziende trasferiscano i costi più elevati su imprese e consumatori, in modo tale che la tassa venga infine pagata indirettamente dagli americani.

**Le reazioni a casa e in Giappone **

L'American iron and steel institute  ha accolto con favore l'annuncio. 

Kevin Dempsey, presidente e ceo del gruppo, ha affermato che l'accordo, mantenendo i dazi sulle importazioni in eccesso, "impedirà un'altra impennata delle importazioni di acciaio che minerebbe la nostra industria e distruggerebbe posti di lavoro americani ben pagati". 

Masashi Mizubuchi, portavoce dell'ambasciata giapponese a Washington, ha affermato che il Giappone continuerà a chiedere la completa rimozione delle tariffe su acciaio e alluminio. "È un primo passo, ma esorteremo vivamente gli Stati Uniti a una risoluzione completa", ha affermato.

L'accordo sulle tariffe è stato annunciato prima di raggiungere accordi su tali questioni a causa di una forte spinta da parte di Tokyo, che mirava a un trattamento simile a quello di cui gode l'Ue, ha detto ai giornalisti un funzionario dell'amministrazione. 

Gli Stati Uniti sono attualmente in trattative con il Regno Unito, con l'obiettivo di raggiungere un simile accordo per la riduzione delle tariffe.

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