La società sostiene che si trattava di una "risalita controllata dei resti della fuoriuscita del 15 gennaio"
Il Perù è ancora lontano dal finire la bonifica del petrolio che macchia le sue coste da quasi due settimane e starebbe affrontando una seconda fuoriuscita.
Il ministro dell'Ambiente, infatti, ha denunciato una nuova e "relativamente piccola" perdita di petrolio lungo la costa durante "l'operazione di rimozione della marea nera", causata dal gruppo petrolifero spagnolo Repsol.
Tuttavia, la società ha smentito la nuova fuoriuscita, sostenendo in una nota che si trattava di una "risalita controllata dei resti della fuoriuscita del 15 gennaio".
Il presidente dell'Agenzia per la valutazione e il controllo ambientale ha comunque reso noto di aver avviato un'istanza di sanzione "perché l'azienda non ha rispettato il primo provvedimento imposto".
Repsol può incorrere in multe fino a 4,1 milioni di euro, se non rispetta i compiti di pulizia imposti dalle autorità peruviane.
Intanto, un nutrito gruppo di persone ha manifestato davanti agli uffici della società petrolifera e all'ambasciata spagnola a Lima.