Ancora tensioni e scontri a Gerusalemme est. Sono decine le abitazioni palestinesi che devono essere sgomberate tra la rabbia dei residenti
Non si fermano gli sgomberi a Gerusalemme est nel quartiere palestinese di Sheikh Jarrah. Un’azione che prosegue ormai da mesi.
I bulldozer israeliani e la polizia sono arrivati alle prime luci dell’alba mentre la famiglia Karameh dormiva ancora. Diversi componenti, che si erano barricati nell’edificio, sono stati arrestati dalle forze dello stato ebraico. Una ventina le persone fermate per disordini pubblici. Scene viste più volte in queste settimane.
Sono centinaia le abitazioni palestinesi minacciate di essere demolite dai militari dello stato ebraico. Il quartiere, che ha acceso la mobilitazione palestinese della scorsa primavera, non aveva mai visto risolvere la questione. Ora è arrivato il provvedimento di sfratto di tutte le case. Nel quartiere di Sheikh Jarrah vivono almeno 70 famiglie palestinesi. Per Israele quelle terre sono di proprietà di famiglie ebree, residenti a Gerusalemme est prima del ‘48. I palestinesi rifugiati per legge non hanno alcun diritto di rivendicare proprietà dentro Israele, gli ebrei sì.
A nulla è servito il tentativo dell’avvocato Ahmad al-Qadmani di fermare la demolizione con un appello alla corte. Secondo i legali si tratta di un atto di aggressione che viola la legge”. Israele dice di poter agire: al posto della casa dei Salhiya sarà costruita una scuola per bambini disabili.
Intanto in Cisgiordania ancora scontri e violenze. Tutto è nato da una visita di alcuni attivisti dell'organizzazione Rabbis for Human Rights che hanno donato agli abitanti d Burin attrezzature agricole. Nella cittadina vicino a Nablus coloni israeliani mascherati hanno lanciato pietre e bruciato almeno un’auto. La tensione nei territori non accenna a placarsi.