Crisi migratoria, Macron gela Johnson: "potremo discutere quando agirete seriamente"

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Il premier britannico aveva inviato a Macron una missiva via tweet. Sdegnata la reazione di Parigi, che esclude Londra dal vertice europeo. "Non siamo attivisti social"

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Cominciava con un informale "Dear Emmanuel" la lettera aperta che giovedì sera Boris Johnson ha rivolto via twitter al presidente francese Emmanuel Macron, per fare il punto sulla questione dei transiti migratori nel Canale della Manica, teatro nel giorno precedente di un naufragio costato la vita a 30 persone.

Nella missiva, Johnson ha proposto una serie di soluzioni per affrontare il problema di petto e in sinergia: **pattuglie congiunte **tra Gendarmeria francese e Guardie di frontiera britanniche; controlli intensificati a Calais; accordi multilaterali con i paesi europei

Il tono, fiducioso e rilassato, è quello con cui ci si rivolgerebbe a un vecchio amico: ma il "caro Emmanuel" non sembra averla presa poi molto bene. 

Perché, tra un complimento e una piacevolezza, ecco che al terzultimo paragrafo salta fuori quello che per Londra è evidentemente il vero nodo della questione: "un accordo bilaterale per la riammissione" in Francia di quanti sono già riusciti a passare al di là della Manica, da stilare, secondo Johnson, con la massima urgenza. 

La reazione , neanche a dirlo, è sdegnata: "Sono sorpreso dai metodi quando non sono seri " fa sapere Macron, a margine del suo incontro romano con Mario Draghi. "Noi non comunichiamo tra leader, e su questioni di tale serietà, con tweet e con lettere pubbliche: non siamo attivisti social".

Ma se le critiche sono sul metodo,  è chiaro che lo sdegno è tutto sul merito

Gabriel Attal, portavoce dell'esecutivo francese, ha già fatto sapere che Priti Patel, ministro degli interni britannica,non sarà più la benvenuta nel vertice europeo che domenica dovrà discutere la questione.

"Sono i ministri - aveva aggiunto in effetti Macron - a dover lavorare seriamente, per risolvere una questione seria tra persone serie. Ecco perché da domenica il nostro ministro Darmanin riunirà i suoi omologhi dell'Unione Europea e della Commissione per lavorare su questo tema; dopodiché vedremo con i britannici come agire efficacemente, sempre se decideranno di essere seri."

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