La Bielorussia rimpatria 400 migranti (iracheni), la Polonia ne arresta 100

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Migliaia di profughi premono per entrare in Polonia dalla Bielorussia, il Parlamento polacco potrebbe prorogare lo stato di emergenza

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Al check point di Kusnica, sul confine orientale tra Polonia e Bielorussia, i migranti attendono al bivacco: uomini, donne, interi nuclei familiari.

La pressione non si allenta, nonostante le autorità bielorusse stiano trasferendo alcuni profughi nei centri di accoglienza, misura insufficiente per il Parlamento polacco, che dovrebbe prorogare lo stato di emergenza.

Iracheni rimpatriati

Circa 400 iracheni sono stati rimpatriati dalla Bielorussia, abbandonando la speranza di raggiungere l'Unione europea, dopo più di una settimana di tensioni al confine orientale dove migliaia di migranti sono rimasti bloccati.

I media statali bielorussi riferiscono che non ci sono più migranti rimasti nei campi di fortuna vicino alla frontiera polacca, dopo che le autorità hanno messo a disposizione un magazzino riscaldato per ripararsi dal freddo.

"Questo è il campo che la Bielorussia ha costruito per noi - dice un migrante iracheno - ma con l'arrivo di tante persone dalla foresta è diventato sempre più affollato, non sappiamo cosa accadrà qui, non so se torneremo in Iraq o andremo in uno dei Paesi europei.

Tutti hanno speso tanti soldi per venire qui e non vogliono tornare indietro, nessuno si prende la responsabilità".

Intanto, le forze di sicurezza polacche hanno tratto in arresto un centinaio tra migranti e richiedenti asilo, che avevano cercato di entrare nel Paese.

Minsk parla con Bruxelles sui migranti

Alcune migliaia di migranti, principalmente provenienti dal Medio Oriente, sono accampati da giorni lungo il confine polacco, sul lato bielorusso, sperando di entrare nell'Ue.

L'Occidente accusa Minsk di orchestrare il flusso migratorio, in risposta alle sanzioni contro la Bielorussia dopo la repressione del 2020 nei confronti dell'opposizione.

La Bielorussia ha annunciato l'apertura di "negoziati" con Bruxelles per risolvere la crisi migratoria in corso ai confini dell'Ue, ma la Commissione europea ha solo menzionato "discussioni tecniche" con Minsk sul rimpatrio dei migranti nel loro Paese.

La Commissione "terrà discussioni tecniche sul rimpatrio con l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM, associata all'ONU) e la Bielorussia", ha detto un portavoce dell'esecutivo Ue su Twitter, senza approfondire.

"La Bielorussia deve dare accesso agli aiuti umanitari e dare rifugio ai migranti nel paese", ha ribadito.

La necessità di aiuti umanitari

Per la seconda volta in tre giorni, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno parlato al telefono: "La cancelliera ha sottolineato la necessità di fornire aiuti umanitari e opzioni di rimpatrio per le persone interessate", ha detto il portavoce della Merkel Steffen Seibert.

Rischio di una lunga crisi

Il ministro della difesa polacco, Mariusz Blaszczak, ha avvertito che la crisi "potrebbe durare per mesi, anche anni".

Prima ancora, le forze di sicurezza polacche avevano usato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per respingere una folla di migranti che lanciava pietre contro di loro mentre cercava di attraversare il confine.

Varsavia, così come gli altri due vicini europei della Bielorussia (Lituania e Lettonia), si rifiuta di accettare le migliaia di profughi che premono per entrare.

Le guardie di frontiera polacche hanno detto martedì di aver registrato 161 tentativi di "attraversamento illegale", compresi "due tentativi di attraversamento forzato".

Al check point di Kuznica, nella Polonia orientale, Valerie Gauriat monitora la situazione: "I recenti sviluppi alla frontiera con la Bielorussia stanno aumentando le aspettative sul lato polacco.

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Il fatto che centinaia di migranti siano stati portati fuori dai campi di fortuna in un enorme edificio al confine bielorusso per un po' più di calore e comfort è visto come un relativo segno di buona volontà da parte del presidente bielorusso Alexander Lukashenko.

E così anche per la sua telefonata di mercoledì con la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, nella quale si è parlato di aiuti umanitari per i rifugiati al confine bielorusso.

C'è molto scetticismo, però, sulle intenzioni di Lukashenko di disinnescare la crisi: lo stato di emergenza (in Polonia) dovrebbe terminare alla fine del mese, in meno di due settimane, ed è difficile credere che i parlamentari polacchi siano tentati di allentarlo, soprattutto dopo la dichiarazione del ministro della Difesa polacco secondo il quale il conflitto è destinato a durare per mesi e mesi".

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