All'Angelus Francesco ha parlato con forza del problema dei migranti e la necessità di aiutare le popolazioni in difficoltà, dei salvataggi in mare e del soccorso di chi rischia la vita
"Occorre porre fine al ritorno dei migranti in Paesi non sicuri e dare priorità al soccorso di vite umane in mare con dispositivi di salvataggio e di sbarco prevedibile". E' l'appello del Papa all'Angelus per i migranti che partono dalla Libia e spesso non trovano accoglienza.
Francesco questa volta è stato ancor più diretto del solito: "Esprimo la mia vicinanza alle migliaia di migranti, rifugiati e altri bisognosi di protezione in Libia. Non vi dimentico mai, sento le vostre grida e prego per voi. Tanti di questi uomini, donne e bambini sono sottoposti a una violenza disumana. Ancora una volta chiedo alla comunità internazionale di mantenere le promesse di cercare soluzioni comuni, concrete e durevoli per la gestione dei flussi migratori in Libia e in tutto il Mediterraneo. E quanto soffrono coloro che sono rimandati! Ci soni dei veri lager": ha detto il Papa.
Intanto ci sono altri due barconi alla deriva nel Mediterraneo. Uno, con 68 persone tra cui molti bambini a bordo, è in zona Sar di Malta, ha problemi di motore (che in mare sono molto gravi) e affronta venti forti e onde alte. 'Serve un intervento urgente', segnala Alarm Phone in un tweet.
In un altro messaggio si parla di almeno 60 persone a rischio naufragio al centro del Mediterraneo su un gommone che si sta sgonfiando.
Sabato la nave umanitaria Sea-Watch 3 ha sbarcato nel porto siciliano di Pozzallo un totale di 412 persone raccolte in sette operazioni di salvataggio consecutive. Dalla Sea Watch sono scesi diversi disabili è la prima volta che accade a Pozzallo.