Vaccino, la corsa alla terza dose e l'appello dell'Oms alla condivisione

L'Ungheria esorta la sua popolazione a effettuare un richiamo alla vaccinazione anti Covid per scongiurare una possibile quarta ondata pandemica: si tratta del primo Stato membro dell'Ue a permettere ai suoi cittadini di prenotarsi per una terza dose. Attualmente più di 187.000 persone l'hanno già ricevuta.
Da settembre, anche la Francia è pronta a garantire le dosi di richiamo a cinque milioni di persone vulnerabili. La corsa alla terza dose innesca un processo non virtuoso, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità.
"Invece di passare alla terza dose di vaccino, è meglio condividere ciò che verrebbe utilizzato per i richiami, in modo tale che altri Paesi possano aumentare la loro prima o seconda copertura, la copertura vaccinale, e poi sarà possibile fare la terza dose. Ecco perché chiediamo una moratoria di due mesi sui richiami".
Nel tweet dell'OMS: "L'umanità è in una corsa collettiva contro il virus #COVID19 e le sue varianti. È fondamentale usare ogni strumento a nostra disposizione: Donare dosi. Condividere il know-how. Condividere la tecnologia. Rinunciare alla proprietà intellettuale. Produrre di più".
In Serbia, i contagi e i ricoveri sono in aumento. Le autorità sanitarie sostengono che le vacanze estive e la carenza di vaccini stiano spingendo verso l'alto i numeri.
Negli Stati Uniti la Food and Drug Administration (FDA) ha finalmente dato piena approvazione al vaccino Pfizer. Per mesi è stato in uso sotto approvazione d'emergenza. È considerata una decisione fondamentale che permetterà a datori di lavoro e università degli Stati Uniti di sollecitare con maggiore forza le vaccinazioni.
Il via libera formale a Pfizer potrebbe stimolare una maggiore fiducia nei confronti del vaccino tra le fasce della popolazione, in particolare negli stati a guida repubblicana, finora contrarie alla sua somministrazione.