ONG Friedensdorf International: "Kabul a rischio disastro umanitario"

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Di Debora Gandini
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Claudia Peppmüller lavora per l'Ong Friedensdorf International a Kabul. Da mercoledì di nuovo a casa. Ma non dimentica quello che ha visto. Caos, disperazione, paura.

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I Paesi di mezzo stanno lasciando Kabul. Personale diplomatico, civile e afghani che hanno lavorato con le istituzioni internazionali. Finora la Germania ha rimpatriato circa 900 persone. Tra queste anche Claudia Peppmüller, che lavora per una ONG tedesca in Afghanistan. Da mercoledì è di nuovo a casa ma non dimentica quello che ha visto. Caos, disperazione, paura. 

"Quando siamo arrivati all’aeroporto di Kabul ho visto persone disperate, famiglie in preda al panico, persone che avevano solo i documenti, niente altro. E poi gente che non aveva il visto e che ci chiedeva di aiutarle a fuggire, a partire", ci ha raccontato la Peppmüller. "C’è chi ci diceva che non era riuscito a prendere i documenti necessari, bambini che si aggrappavano alle gambe, sconvolti per quanto stava accadendo. Una tensione mai provata. Gli americani hanno sparato colpi in aria per cercare di disperdere la folla che si ammassava. E’ stato sconvolgente."

"Allo scalo di Kabul ho visto persone disperate, famiglie in preda al panico, persone che avevano solo i documenti. La capitale afghana rischia un disastro umanitario imminente."
Claudia Peppmüller
ONG Friedensdorf International

Kabul è sull'orlo di una catastrofe umanitaria

Claudia Peppmüller da anni lavora per l’ONG **Friedensdorf International **che aiuta a trasferire in Germania i bambini feriti e malati dalle aree di crisi. Anche lei è rimasta sorpresa, come tutti, della rapida avanzata dei talebani.

Grazie ai contatti e all'assistenza dell'ambasciata tedesca è riuscita a trovare un posto sull'aereo per tornare, ma non riesce a darsi pace per chi non è riuscito a lasciare il paese. "Kabul è diventata una città fantasma da un giorno all'altro, prosegue. La gente ha paura. C’è bisogno di un aiuto immediato. Un disastro umanitario potrebbe essere imminente.”

In attesa di tornare a Kabul entro fine agosto, la Peppmüller, come altri operatori delle ONG, chiede che vengano fatti evacuare il prima possibile tutti i bimbi che necessitano di assistenza medica urgente. E assicura che Berlino non lascerà solo il popolo afghano.

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