La protesta degli operatori sanitari francesi contro il green pass

Un gruppo di infermieri durante una manifestazione contro il green pass a Parigi, 17 luglio 2021
Un gruppo di infermieri durante una manifestazione contro il green pass a Parigi, 17 luglio 2021 Diritti d'autore AP Photo
Di Euronews
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Dal 15 ottobre nel paese la vaccinazione sarà obbligatoria per tutto il personale che lavora a stretto contatto con i gruppi più fragili. Per evitarla c'è chi ha chiesto un congedo per malattia e chi ha preferito dimettersi

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Gaëlle Faure, un'infermiera di 23 anni in un ospedale di Bordeaux, si trova di fronte a una scelta difficile: farsi vaccinare contro il Covid-19, pur essendo titubante, o essere sospesa dal lavoro. Gaëlle, assieme a migliaia di operatori sanitari francesi, è scesa in strada nelle ultime settimane per protestare contro le nuove politiche del governo sui vaccini.

Mentre la Francia affronta la quarta ondata della pandemia, alimentata dalle varianti, il governo è intervenuto in modo controverso per aumentare le vaccinazioni. Per convincere i francesi, il governo ha reso obbligatorio il pass sanitario per l'accesso a ristoranti, caffè e bar. Nel paese, al 10 agosto, circa il 30% della popolazione adulta non è ancora vaccinata.

L'esecutivo ha scelto un approccio più duro con gli operatori sanitari, imponendo la vaccinazione entro il 15 settembre. Chi si rifiuta va incontro a una sospensione del contratto e al blocco dello stipendio. Entrambe le mosse hanno scatenato proteste di massa nelle ultime settimane, con slogan come "Il mio corpo, la mia scelta!", "Il diritto di dire no!" e "No alla vaccinazione obbligatoria!".

"Non sono una persona abituata a manifestare, generalmente sono più il tipo di persona che si inchina. Ma la tessera sanitaria e la vaccinazione obbligatoria mi hanno spinto a protestare", ha detto Faure a Euronews, definendo le nuove misure "una forma di disprezzo per gli assistenti così coinvolti - e lo sono ancora - nella lotta contro la pandemia".

Gaëlle Faure
Gaëlle Faure lavora come infermiera in un ospedale di BordeauxGaëlle Faure

I gas lacrimogeni usati dalla polizia nelle corso delle manifestazioni non ha fatto che accrescere la rabbia di Gaëlle. "Non l'ho presa bene, è stata una violenza", ha detto a Euronews.

Il governo sostiene che vaccinarsi è un dovere morale per gli operatori sanitari, in modo da proteggere i pazienti vulnerabili in cura. L'obiettivo della legge, ha detto il ministro della salute francese Olivier Véran ai giornalisti la scorsa settimana, è che "gli assistenti, coloro che curano, non diventino coloro che rischiano di infettare le persone".

Le nuove regole riguardano non solo i medici, ma tutti coloro che lavorano a contatto con le persone vulnerabili, compresi i vigili del fuoco. La maggior parte delle organizzazioni professionali è d'accordo, e molte il mese scorso hanno cofirmato un documento con il governo a sostegno della vaccinazione obbligatoria.

Secondo gli ultimi dati dell'agenzia francese della sanità pubblica la grande maggioranza dei medici francesi ha avuto almeno una dose di vaccino (l'88% dei medici privati e il 77% dei lavoratori a domicilio). Eppure una minoranza considerevole resiste ancora alla decisione del governo di rendere la vaccinazione obbligatoria per le loro professioni.

Euronews ha parlato con alcuni di questi professionisti per capire le ragioni della loro mobilitazione e l'impatto che avrà, sia a livello individuale che per il settore sanitario e sociale già sotto organico.

Perché alcuni operatori sanitari francesi sono contrari alla vaccinazione obbligatoria?

"Riteniamo di avere lo stesso diritto di qualsiasi cittadino di decidere se e quando essere vaccinati o meno", ha detto Abdellah Chaouch, vigile del fuoco che guida una sezione locale del sindacato CGT-SDIS a Seine-et-Marne, vicino a Parigi.

Abdellah Chaouch
Abdellah ChaouchAbdellah Chaouch

"Non capiamo la scelta del governo di non lasciare ai pompieri la possibilità di decidere", ha detto Chaouch a Euronews, definendo la nuova politica "liberticida". Dominique Chave e Rodolphe Verger, entrambi infermieri e membri del ramo sanitario della CGT, hanno negato che il loro fosse un movimento no-vax.

"Non abbiamo un punto di vista sulla bontà o meno di questo vaccino - ha detto Verger a Euronews -. In alcuni discorsi, i professionisti della salute vengono accusati, la gente dice: 'Loro sanno quindi dovrebbero dare l'esempio'. Questo è il punto, loro sanno e conoscono il significato di un'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata. Se è condizionale, significa che il farmaco presenta dei rischi che non sono stati completamente valutati", ha sostenuto l'infermiera. Quindi quello che stiamo difendendo è il rispetto della libertà di scelta dato lo stato attuale delle prove".

L'Ema, l'agenzia europea del farmaco, ha concesso l'autorizzazione condizionata alla commercializzazione di quattro vaccini dal dicembre dello scorso anno, sottolineando in tutti i casi che i benefici superavano di gran lunga i rischi di possibili effetti collaterali. Secondo i sindacalisti della CGT, molti professionisti della salute si sentono frustrati per essere vilipesi per aver rifiutato la vaccinazione dopo essere stati trattati come eroi durante la prima ondata della pandemia.

"Un anno fa siamo stati mandati a lavorare senza alcun equipaggiamento protettivo. Anche quando dicevamo di avere il COVID-19, ci veniva detto di andare a lavorare e ci veniva negato il congedo per malattia, sapendo che c'era il rischio di infettare i pazienti perché eravamo malati e perché non avevamo alcuna protezione. Le stesse persone oggi ci dicono: 'Come mai non volete farvi vaccinare? Siete irresponsabili, rischiate di infettare i pazienti". Questo fa arrabbiare tutti, compresi quelli che si sono vaccinati spontaneamente", ha detto Verger.

La CGT dice che, nonostante i professionisti della salute siano stati "sovraesposti al virus all'inizio della pandemia a causa della negligenza dello Stato nella gestione dei dispositivi di protezione individuale", non è stata avviata nessuna indagine per misurare il tasso di immunità di gregge nella professione.

In una comunicato diffuso la scorsa settimana il sindacato ha anche criticato le sanzioni contro i dipendenti che si oppongono alla vaccinazione. "Sospendere un dipendente da tutte le attività o impedirgli di essere assunto è discriminatorio e inaccettabile - si legge nel comunicato della CGT -. È anche scandaloso privare un agente del suo salario o di un reddito sostitutivo. I lavoratori più poveri saranno i più colpiti".

Il ramo sanitario della SUD, un altro sindacato del lavoro, ha chiesto ai lavoratori di unirsi alle proteste contro il pass sanitario, definendolo "un attacco contro il diritto del lavoro". Per il sindacato la mobilitazione non ha "nulla a che fare con i raduni organizzati dall'estrema destra e dai teorici della cospirazione, a cui ci opponiamo".

Quali sono le opzioni per i lavoratori che rifiutano la vaccinazione obbligatoria?

Secondo i professionisti intervistati da Euronews i lavoratori che si oppongono alla vaccinazione possono cercare di guadagnare tempo fino a che l'obbligo non sarà più in vigore. "La maggioranza ha cercherà di guadagnare tempo fino a quando la vaccinazione non sarà più obbligatoria ", ha detto Chave, notando che l'attuale legislazione, al momento, dovrebbe restare in vigore fino a metà novembre, anche se c'è sempre la possibilità che venga estesa.

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Per guadagnare tempo in tanti hanno scelto di prendere prendere un congedo per malattia o un congedo annuale. "Ci sono molti vigili del fuoco che ora sono in congedo per malattia, rifiutano di essere vaccinati. Sono in grado di riprendere il loro lavoro, ma hanno preso il loro congedo annuale o sono in malattia", ha detto Chaouch a Euronews.

Le dimissioni sono un'altra opzione. "Ci sono già stati alcuni casi", ha detto Chave. Per questi lavoratori, la vaccinazione obbligatoria è "la goccia che ha fatto traboccare il vaso", ha spiegato. "Anche prima di questa crisi sanitaria, le condizioni di lavoro e persino di stipendio erano già abbastanza strazianti. La pandemia ha solo esacerbato la mancanza di risorse".

Per Verger alcuni lavoratori potrebbero fare affidamento sul fatto che le sanzioni possono essere difficili da attuare. "Alcuni colleghi dicono: 'Andrò fino in fondo e vedrò cosa farà il direttore'. Perché una cosa è dire che qualcuno è sanzionabile, un'altra è applicare effettivamente le sanzioni".

Faure ha confidato a Euronews di essere ancora incerta sulle sue prossime mosse. "Sto aspettando di vedere come vanno le cose. Se un numero significativo di assistenti non sono vaccinati, forse possiamo fare fronte comune. Non so come andrà a finire, ma per ora rimango fedele alle mie convinzioni e non sono pronta a fare il vaccino".

Secondo l'infermiera, circa il 30% dei suoi colleghi dell'ospedale dove lavora a Bordeaux non erano vaccinati fino alla scorsa settimana, anche se lei pensa che molti potrebbero avere "ceduto alle pressioni".

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Quali sono le conseguenze per l'assistenza sanitaria e i servizi sociali?

Chaouch ha detto a Euronews che l'impatto della nuova legislazione si è già sentito in molte stazioni dei vigili del fuoco. Nel suo distretto di Seine-et-Marne, circa 350 vigili del fuoco sono normalmente in servizio su base giornaliera, ma al momento "siamo a corto di quasi 100 persone. Naturalmente ci sono anche le vacanze estive che stanno influenzando la disponibilità dei volontari. Ma penso che la vaccinazione obbligatoria non abbia aiutato".

Chave ha notato che il reclutamento di professionisti della salute è problematico in molte strutture sanitarie, soprattutto nelle case di cura. Tutte le strutture sanitarie, siano esse ospedali pubblici o privati, devono attualmente affrontare un'enorme carenza di professionisti della salute.

"Tutte le strutture sanitarie, siano esse ospedali pubblici o privati, devono attualmente affrontare un'enorme carenza di professionisti sanitari. E penso che la vaccinazione obbligatoria avrà necessariamente un impatto aggiuntivo. Non ne avevamo bisogno, chiaramente".

Anche i vigili del fuoco devono fare i conti con una situazione simile. "Abbiamo già problemi di reclutamento, indipendentemente dal green pass. Non ho mai visto così tante dimissioni e richieste di congedi prolungati. Pensate che il pass per i vaccini migliorerà la situazione? Certamente no", ha detto Chaouch.

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Un gruppo di vigili del fuoco durante una manifestazione a Parigi per chiedere un aumento salariale, 28 gennaio 2020AP Photo

Diversi sindacati, tra cui CGT e SUD, hanno lanciato appelli per "scioperi illimitati" contro la vaccinazione obbligatoria. Parlando ai giornalisti la settimana scorsa, il ministro della salute Olivier Véran ha mostrato la determinazione del governo ad applicare le nuove regole nonostante le proteste. "La legge sarà applicata - ha insistito -. Verrà il momento in cui queste persone non avranno più il tempo di scioperare perché, per definizione, questo obbligo di vaccinazione sarà applicato".

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Cosa dicono esattamente le regole?

Fino al 15 settembre, i professionisti del settore sanitario e dell'assistenza che non sono stati completamente vaccinati hanno la possibilità di presentare un certificato di guarigione o un test negativo effettuato nelle 72 ore precendeti. Per molti professionisti questo significa che dovranno fare il test più volte alla settimana per andare a lavorare. Dal 15 settembre al 15 ottobre, dovranno dimostrare di aver ricevuto almeno la prima dose di vaccino e mostrare un test negativo. Dopo il 15 ottobre dovranno essere completamente vaccinati.

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