Le sanzioni contro Cuba dividono i democratici. Biden non cede, dall'Avana prime concessioni

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Di Debora Gandini
Le sanzioni contro Cuba dividono i democratici. Biden non cede, dall'Avana prime concessioni
Diritti d'autore  TOM WILLIAMS/AFP

Cuba rischia di trasformarsi un boomerang per gli Stati Uniti e per l’attuale amministrazione. Le sanzioni imposte al regime ora dividono anche i democratici, dopo le proteste scoppiate domenica in nome della libertà e contro il regime e la risposta repressiva dell'Avana.

Per la deputata Dem Alexandria Ocasio-Cortez l'embargo degli Stati Uniti è assurdamente crudele. Così come sono crudeli altre politiche statunitensi, specie quelle che hanno come obiettivo prendere i mira i latinoamericani, ha sottolineato la Cortez, rifiutandosi categoricamente di difendere la posizione espressa dal Presidente Joe Biden.

Biden: "Cuba è uno stato in fallimento

Da parte sua il leader della Casa Bianca ha fatto sapere che non è il momento di togliere le restrizioni imposte dall'amministrazione Trump contrariamente a quanto promesso nella campagna elettorale. "Il comunismo è un sistema fallito", ha dichiarato Biden. "Cuba è, purtroppo, uno stato in fallimento che ha bloccato perfino l'accesso a Internet. Stiamo valutando se abbiamo le capacità tecnologiche per ristabilire l'accesso ad Internet" per i cubani.

Biden ha poi annunciato che gli Stati Uniti sono pronti ad inviare "una quantità significativa" di vaccini anti Covid sull'isola, ponendo come condizione che "un'organizzazione internazionale amministri la distribuzione.

L'appello della comunità cubana a Miami

Mentre l'influente comunità cubano-americana in Florida ha chiesto a Biden di sostenere la rivolta, a favore delle sanzioni si sono espressi diversi senatori repubblicani, a partire da Marco Rubio fino a volti noti dello showbiz e della musica, come il rapper Pitbull, statunitense ma di origine cubana.

Le concessioni del governo dell'Avana

La repressione in corso a Cuba ha portato a centinaia di arresti. Almeno una persona è rimasta uccisa. Ora il Presidente cubano Miguel Diaz-Canel sembra lanciare timidi segnali di apertura. Il governo, accogliendo le richieste dei manifestanti, ha deciso di revocare i dazi sull'importazione di cibo, medicinali e altri beni essenziali. Per Washington non basta. Pur valutando di voler aiutare il popolo cubano chiede forti garanzie che queste concessioni non vadano poi a vantaggio del garanzia che queste non andranno a vantaggio del regime.

A più di 60 anni dall’inizio del blocco economico statunitense contro l’isola di Cuba, la comunità internazionale continua a sancirne l’illegalità, l’arbitrarietà e a chiederne la cessazione.

Risorse addizionali per questo articolo • Adnkronos