Caos politico in Bulgaria. Lo showman vince le elezioni e prova a formare un governo

Caos politico in Bulgaria. Lo showman vince le elezioni e prova a formare un governo
Diritti d'autore Visar Kryeziu/Arben Llapashtica
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Di Debora Gandini
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Lo showman tv Trifonov vince le parlamentari ma potrebbe non riuscire a formare un nuovo governo. Clima di caos politico nel paese al voto per la secondo volta in pochi mesi

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Ora è ufficiale. I risultati finali delle elezioni parlamentari anticipate in Bulgaria confermano che il partito anti-élite "C'è un popolo come questo" guidato dallo showman televisivo Slavi Trifonov vince con uno scarto risicato 24,08 delle preferenze ed esce dalla esce dalla coalizione guidata da GERB. La formazione dell'ex primo ministro Boyko Borisov, data per favorita si ferma al 23,51 secondo la Commissione elettorale centrale bulgara. Terzo il partito socialista Bsp al 15,1%, che fino a qualche mese fa era il maggiore partito di opposizione. Altri partiti hanno ottenuto voti sufficienti per entrare in parlamento. Oltre ai socialisti, il gruppo liberale, di orientamento occidentale, Bulgaria Democratica, seconda con il 12,64%. 

Queste parlamentari si sono tenute dopo che quelle di aprile si erano risolte con un nulla di fatto: nessun partito era cioè riuscito a ottenere abbastanza voti per assicurarsi la fiducia. Trifonov ha già annunciato l'intenzione di voler provare a formare un governo ma almeno due potenziali formazioni alleate si sarebbero già defilate. Lo scenario è quanto mai incerto.  

L'ultimo parlamento

Composto da 240 deputati, l'ultimo Parlamento bulgaro, durato poco più di un mese e già sciolto, era cosi formato: 75 seggi al Gerb di Boyko Borisov, 51 a “C’è un popolo come questo” (ITN) di Slavi Trifonov, 51 ai Socialisti (BSP) di Kornelija Ninova, 43 al “Movimento dei diritti e delle libertà” (DPS), 30 alla coalizione “Bulgaria Democratica” (DB) di Hristo Ivanov, e 27 alla lista civica “Rialzati, Bulgaria!” di Maya Manolova.

I tre tentativi di dare vita a una coalizione di governo, affidati dal presidente Radev prima al partito di Borisov, poi al movimento di Trifonov e infine ai socialisti, sono falliti uno dopo l’altro.

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