John McAfee: vita e morte da romanzo

John McAfee: vita e morte da romanzo
Diritti d'autore Sofia Munoz/AP
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Di Euronews
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Trovato morto in un carcere spagnolo poche ore dopo l'ok alla sua estradizione, il fondatore dell'antivirus McAfee. Accusato di evasione fiscale negli USA, si considerava perseguitato per i suoi attacchi all'establishment. A ottobre twittava: "Se mi impiccherò in cella non sarà colpa mia"

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Morto in carcere, ma metteva in guardia: "Se mi impiccherò non sarà colpa mia"

Una morte sospetta e da romanzo, come lo era stata tutta la sua esistenza. Pioniere dell'informatica, guru delle criptomonete e controverso personaggio in fuga dagli Stati Uniti di cui voleva la presidenza, il fondatore dell'antivirus McAfee è stato ritrovato senza vita nel carcere spagnolo, nel quale era poche ore prima stato raggiunto dalla notizia, del via libera delle autorità locali all'estradizione.

Uno dei tanti tweet a cui John McAfee affidava la sua convinzione di essere perseguitato per le sue opinioni controcorrente

Yacht, criptomonete e attacchi all'establishment

Arrestato a ottobre dello scorso anno all'aeroporto di Barcellona su richiesta della giustizia delle autorità statunitensi, John McAfee era accusato oltreoceano di aver nascosto al fisco americano beni immobili, yacht e entrate per milioni di dollari, principalmente ottenute promuovendo investimenti sulle criptomonete.

Convinzione affidata a Twitter da John McAfee era di essere perseguitato dalle autorità statunitensi per le sue accuse a politica ed establishment

L'autore di una sua biografia: "Difficile con lui distinguere il vero dal falso"

Fondatore di McAfee nel 1987, il settantacinquenne di origini britanniche aveva fatto fortuna negli anni 90. "È stato un pioniere degli antivirus. Punto e basta - riassume Joshua Davis, che gli ha dedicato la biografia John McAfee's Last Stand -. Anche se con lui non si era mai certi di cosa fosse vero o meno". Da tempo consideratosi perseguitato dagli Stati Uniti, nel 2012 era stato interrogato per la morte sospetta di un suo vicino in Belize, dove era andato a vivere. A far parlare di lui, poi, anche una spettacolare fuga, in seguito alla scoperta di un arsenale nell'abitazione che condivideva con una minorenne.

In un tweet l'eredità della sua crociata: coltivare la cultura del sospetto

Poco dopo l'arresto a Barcellona, poi, un tweet in cui sdrammatizzava dicendosi contento in carcere, ma metteva in guardia: "Se mi impiccherò come Epstein non sarà colpa mia". Un annuncio sibillino, che coltiva la cultura del sospetto, di cui McAfee aveva fatto un verbo.

Il tweet con cui John McAfee già ad ottobre sollevava il dubbio sulle responsabilità di una sua possibile morte in carcere
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