Il partito filo-curdo HDP a rischio divieto. La Corte costituzionale turca esamina la richiesta di una procura. Il copresidente della formazione d'opposizione: "Vittime di una campagna politica di Erdogan. Subiamo minacce e intimidazioni da mesi"
La Corte Costituzionale ci ripensa. Via libera al processo
Via libera, in Turchia, al processo che potrebbe vietare l'HDP, il Partito democratico dei popoli. La Corte Costituzionale ci ripensa, e dopo un primo no a marzo, accoglie la richiesta avanzata da una procura turca che accusa la forza d'opposizione di presunti legami con il PKK, il partito curdo dei lavoratori. I vertici del partito denunciano una mossa politica di Erdogan, per imbavagliare il dissenso in vista delle presidenziali del 2023.
"Vittime di una campagna politica". L'HDP accusa Erdogan
"Questa decisione è stata presa in seguito a una campagna politica - commenta il copresidente del partito, Mithat Sancar -. È da mesi che il governo ci minaccia e se la prende con noi". Ultima in ordine di tempo, sostengono, l'irruzione di un uomo armato nella sede dell'HDP a Smirne, che appena la scorsa settimana è costata la vita a una funzionaria. Un attentato, che a loro dire tradirebbe l'avallo se non addirittura la complicità dei partiti di governo.
Migliaia gli esponenti del partito HDP oggi in carcere per varie accuse. Tra loro anche l'ex leader del partito Selahattin Demirtaş, che sfidò Erdogan alle elezioni presidenziali del duemilaquattordici e del deumiladiciotto. Contro la sua lunga e controversa carcerazione preventiva, iniziata cinque anni fa, si era pronunciata anche la Corte Europea dei diritti umani. Di oltre tre anni, la più recente condanna a suo carico, pronunciata a marzo per aver diffamato il presidente Erdogan.