"Esecutivo troppo eterogeneo, dovrà evitare le decisioni importanti". E da Ramallah: "Nessuno si attende un cambiamento"
Primo giorno di lavoro per il nuovo premier israeliano, Naftali Bennett, dopo la fiducia risicata ottenuta in parlamento.
L'esponente della destra israeliana guida un esecutivo variegato e inedito, che comprende anche i deputati arabi, e per la prima volta da 12 anni è senza il premier uscente Netanyahu.
Quest'ultimo guiderà l'opposizione con un solo obiettivo: quello di far cadere il prima possibile il governo, che ha definito "pericoloso" e "di sinistra".
Secondo la politologa Gayil Talshir, c^è da attendersi molte pressioni internazionali tanto dall'amministrazione Biden quanto dall'Unione europea, dato che il capo del governo ha finora sostenuto l'espansione delle colonie, un tema che non trova una intesa nella coalizione. Il governo, dice la politologa, dovrà cercare diplomaticamente di evitare decisioni importanti.
Il nuovo governo non solleva entusiasmi nemmeno nei territori palestinesi, nonostante la storica novità della presenza del partito islamico nella coalizione.
Sia al-Fatah che Hamas hanno detto di non attendersi alcun cambiamento nella politica israeliana, e negano che la sola assenza di Netanyahu permetta di parlare di governod el cambiamento.
Imad Abu Awwad, ricercatore presso il Jerusalem Center for Israeli and Palestinan Affairs, sostiene che dal versante palestinese prevale il pessimismo.
"Non è cambiato niente, e l'ANP attende un cambiamento se non altro per poter tornare a negoziare, ma è consapevole che nessun governo israeliano concederà mai niente ai palestinesi".