5.000 spettatori per la prima volta allo stadio dopo oltre 400 giorni di lontananza causa pandemia. Un gesto simbolico molto apprezzato dai tifosi (anche se non sono stati venduti tutti i biglietti, causa aumento dei prezzi). Ora altri paesi europei stanno per seguire l'esempio della Spagna
In Spagna, si torna allo stadio!
I soci del Balaguer Valencia Fans Club di Pobla de Vaibona stavano aspettando questo giorno da oltre un anno.
Hanno rispolverato sciarpe e maglie (bianche e arancioni) per un giorno importante, tifando per la loro squadra - il Valencia - nel modo in cui dovrebbe sempre essere: allo stadio.
Questi "fortunati" hanno fatto parte parte di un gruppo selezionato di tifosi che hanno ottenuto un biglietto per tornare finalmente allo stadio, domenica scorsa per la partita Valencia-Eibar, turno di campionato della Liga spagnola.
Non tutti i biglietti venduti, però...
Intorno allo stadio Mestalla, a Valencia, l'atmosfera ricorda i bei vecchi tempi, un anno e tre mesi fa, prima che il pubblico fosse allontanato dagli stadi e dagli impianti sportivi a causa della pandemia di Covid-19.
A dire il vero, dei 5.000 biglietti disponibili, ne sono stati venduti meno di 3.000: un po' per l'aumento del prezzo dei biglietti e un po' perchè il Valencia sta andando male in questa stagione. Ma i veri tifosi non possono mancare...
"La verità è che da quando sono riuscita ad avere i biglietti non riuscivo a stare più nella pelle. Dopo 401 giorni senza poter venire al Mestalla potete immaginare...", spiega una super tifosa **Mari Angeles Clotet.
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Aggiunge un altro tifoso, Paco Senent:
"Il pubblico per il calcio è tutto. Penso che senza i tifosi non abbia senso. È stato un incubo. Preferisco venire al Mestalla e tornare a casa incavolato, piuttosto che guardare la partita da casa. Qui almeno si può gridare! Anche a casa, a dire il vero, ma i vicini potrebbero chiedersi cosa stia succendendo...".
Solo la regione di Valencia, la Galizia e le isole Baleari, per ora, hanno soddisfatto i criteri per ospitare il pubblico negli impianti sportivi in Spagna.
Ci sono ancora regole severe per entrare allo stadio: distanziamento sociale, controllo di temperatura e mascherine FFP2 obbligatorie. Ma per i tifosi ne vale sicuramente la pena.
"Ma in molto resteranno ancora davanti alla tv"
Il corrispondente di Euronews, Jaime Velázquez, spiega:
"La Spagna ha raggiunto un obiettivo simbolico permettendo al pubblico di tornare negli stadi. Ma con i posti disponibili molto limitati a causa delle restrizioni ancora in vigore, la maggior parte dei tifosi dovrà continuare a guardare la partita in tv".
Voglia di normalità
È stato un anno drammatico sia per i tifosi che per le società di calcio. Lo sport ha perso il 6% del suo share televisivo da quando si gioca a porte chiuse. I dirigenti del calcio sperano di poter tornare presto alla normalità.
In carica da poche settimane, l'allenatore del Valencia, Salvador "Voro" Gonzalez, è felicissimo di rivedere il pubblico.
"Bellissimo! Stavamo aspettando questo giorno. Siamo così felici di riavere i tifosi al Mestalla... E speriamo che questo sia l'inizio di un ritorno alla normalità".
i super tifosi Paco e Mari Angeles hanno potuto vedere la loro squadra, il Valencia, vincere per 4-1 e, nonostante le restrizioni, hanno avuto un primo assaggio di come può essere il calcio dopo la pandemia.
"Se 5.000 di noi possono fare questo rumore... Preparatevi a vedere come sarà quando saremo in 50.000. Sarà ancora peggio!", esclama entusiasta Paco Senent.
Esempio da seguire
La Spagna spera di raggiungere l'immunità di gregge per metà agosto.
E il pubblico promette di tornare la prossima stagione. Questa volta in uno stadio davvero pieno di tifosi di calcio.
E altri paesi seguiranno l'esempio spagnolo: a cominciare proprio dall'Italia, per la finale di Coppa Italia Juventus-Atalanta, in programma mercoledi 19 maggio a Reggio Emilia (ci saranno 4.500 spettatori, il 20% della capienza dello stadio).