La "ritorsione" in risposta alle misure introdotte in marzo nei confronti di sei cittadini russi, l'Unione europea "si riserva il diritto di prendere misure appropriate"
In risposta alle misure introdotte lo scorso marzo nei confronti di sei cittadini russi, la Russia sanziona il presidente del Parlamento dell'Unione europea, David Sassoli, ed altri sette responsabili, vietando loro l'ingresso nel Paese.
Mosca accusa l'Unione di mettere in atto una politica di "illegittime misure restrittive unilaterali contro i cittadini russi".
"Nessuna sanzione fermerà la mia difesa dei diritti umani, della libertà e della democrazia", la replica (affidata a un tweet) di Sassoli, che ha ricevuto la solidarietà del ministro dell'Interno italiano, Di Maio, e del commissario europeo all'Economia, Gentiloni.
L'Unione europea, intanto, "si riserva il diritto di prendere misure appropriate".
Tra gli altri sanzionati, figurano Vera Jourova, vicepresidente della Commissione europea, Il procuratore di Berlino Jorg Raupach, e Jacques Maire, membro della delegazione francese all'assemblea parlamentare del Consiglio europeo.
Il 2 marzo, l'Unione europea aveva annunciato la decisione di imporre misure restrittive (tra cui il congelamento dei beni) nei confronti di quattro russi, responsabili, secondo l'Unione, di gravi violazioni dei diritti umani, inclusi procedimenti legali contro Alexei Navalny.
A seguire, 20 giorni dopo, il Consiglio europeo ha introdotto ulteriori misure nei confronti dei responsabili di gravi violazioni dei diritti umani in vari Paesi del mondo, in particolare per tortura e repressione contro le persone LGBT e gli oppositori politici in Cecenia.