Quarantuno cannonate tuonano simultanee e danno l'addio al Principe Filippo

Alle 13 nel Continente, le 12 Oltremanica, risuona in tutto il Regno Unito il rombo dell'artiglieria. Per mare ha tuonato la Royal Navy e rinvigorito i fasti dei tempi in cui il Duca di Edimburgo era un giovane ufficiale di marina in piena seconda guerra mondiale.
Quarantuno salve di cannone a distanza di un minuto l'una dall'altra hanno tributato gli onori alla salma del Principe Filippo consorte della Regina Elisabetta II.
Le batterie hanno sparato a lutto a Londra, Cardiff, Belfast. E in qualche remoto angolo (così per dire) del Commonwealth, come davanti al parlamento di Camberra, in Australia.
I sudditi devoti depositano contingentati (per le misure sanitarie) mazzi di fiori ai cancelli del Palazzo di Buckingham.
Dice una donna venuta fin dal Texas:
"sono qui oggi perché sono stati sposati settandue anni. (Filippo) ha fatto molto per il suo Paese. Ha rappresentato una figura gentile, una grande luce. Molto positivo, penso sia stato sottoposto a un grande stress e a molte preoccupazioni. E credo abbia dato un grande appoggio alla moglie, la regina".
I principi Edoardo e Andrea (quello dei discussi festini con Epstein) hanno reso visita alla regale mamma, la regina Elisabetta, al Castello di Windsor. La famiglia si è stretta nel dolore di una dipartita alquanto attesa, il consorte aveva 99 anni e negli ultimi tempi non era nella sua miglior forma. L'eterno erede al trono, il principe Carlo, è andato a dar conforto alla vedova coronata già venerdì.
Dopo il lutto chissà se Elisabetta abdicherà. Si attendono notizie sussurrate da cortigiane e cortigiani.
Non ci saranno funerali di Stato su richiesta dello stesso Filippo. Le esequie si terranno il 17 di Aprile e saranno comunque ristrette a trenta persone a causa del covid.
Complice anche la pandemia, pure nella morte la discrezione cerimoniale s'impone per il Duca di Edimburgo.
La salma riposerà al Castello di Windsor, a quasi 40 chilometri dalla capitale, dove si terrà la cerimonia funebre, nella cappella di San Giorgio.