Il Messico ripristina le relazioni con la Bolivia nel segno dei Maya

Messico, la ricorrenza
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Di Euronews
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Messico e Bolivia più vicini nella cornice della rievocazione storica che celebra la vittoria dei Maya nella battaglia di Chakán Putum

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È una storia già scritta: la guerra è persa ma alcune battaglie eroiche sono state combattute.
Il Messico ricorda lo scontro di Chakán Putum: la vittoria Maya contro i conquistadores spagnoli nel 1517. 

Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador e il suo omologo Luis Arce, presidente della Bolivia, hanno celebrato insieme la ricorrenza, trasformata in una rivendicazione dei popoli indigeni.

Le discriminazioni nei confronti degli indigeni

Secondo un rapporto dell’Istituto Nazionale di Statistica e Geografia (INEGI) ci sono più di sette milioni di indigeni in Messico e il 70% di questi vive in condizioni di povertà. Un altro report del 2016, a cura del Consiglio nazionale per la valutazione della politica di sviluppo sociale (Coneval), fotografa una situazione ancor più drammatica, in relazione al divario sociale che separa le comunità indigene dal resto della società messicana. “Il 77,6% degli indigeni non ha accesso alla sicurezza sociale e il 56,3% non ha accesso a servizi di base come acqua, luce o rete fognaria” si legge nel documento.

Durante l'evento Lopez Obrador ha ribadito che tra le priorità del suo mandato figura l'impegno a combattere il classismo, le discriminazioni, il razzismo, introdotti dai conquistatori e divenuti prassi nei tre secoli di dominazione coloniale. 

Messico-Bolivia, il recupero delle relazioni bilaterali

Il presidente boliviano Arce ha partecipato alla rievocazione durante la sua due giorni in Messico: una visita per ripristinare le relazioni bilaterali tra i due Paesi, interrotte durante il governo provvisorio di Jeanine Añez, dopo che il Messico aveva dato asilo a Evo Morales, presidente della Bolivia per tre mandati consecutivi dal 22 gennaio 2006. 
Nel novembre 2019 Morales aveva rassegnato le dimissioni in seguito alle proteste di piazza, che denunciavano brogli elettorali durante il voto dell'ottobre precedente.

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