Skopje, il primo vaccino è un regalo della Serbia

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Di Giulia Avataneo
Il presidente serbo Aleksandar Vucic e il primo ministro delle Macedonia del Nord, Zoran Zaev
Il presidente serbo Aleksandar Vucic e il primo ministro delle Macedonia del Nord, Zoran Zaev   -  Diritti d'autore  Boris Grdanoski/AP

Al confine tra Serbia e Macedonia del Nord il presidente Aleksandar Vucic e il primo ministro Zoran Zaev si incontrano per la consegna del primo lotto di 8.000 vaccini anti Covid donati da Belgrado a Skopje. Più della metà è stata recapitata domenica, in un Paese che non ha visto anvcora una singola dose, nonostante ne abbia ordinate più di un milione e mezzo, metà nell'ambito dell'iniziativa Covax dell'Oms; metà direttamente al produttore Pfizer. 

"Il governo e il popolo serbo hanno dimostrato oggi la loro solidarietà offrendo il vaccino ai cittadini della Macedonia del Nord - ha commentato Zoran Zaev, primo ministro della Macedonia del Nord - È un atto di amicizia prezioso".

"Siamo convinti che la salute del nostro vicino sia anche la nostra salute - ha ribattuto Aleksandar Vučić, presidente serbo - Dopo tutto, un vero amico si vede nel momento del bisogno".

Un approccio pragmatico

L'approccio pragmatico della Serbia di fronte alla pandemia ha premiato. Belgrado non si è limitata ai fornitori scelti dall'Unione europea, ma ha guardato alla Russia e alla Cina, comprando Sinovac e Sputnik V in quantità. Oggi è tra i primi dieci Paesi al mondo per percentuale di cittadini immunizzati: nel continente europeo è seconda solo al Regno Unito.

➡️ Per approfondire: Molti Paesi nei Balcani non hanno ancora ricevuto un solo vaccino

Viceversa, la Macedonia del Nord è all'undicesimo posto per rapporto tra vittime e popolazione. Con Montenegro, Bosnia e Kosovo deve ancora iniziare la campagna di vaccinazione