Covid-19, chi fa più tamponi in Europa? Quali paesi hanno i più elevati tassi di positività?

La capacità dei vari Stati europei di condurre un elevato numero di test alla ricerca dei positivi al Sars-CoV-2 è un elemento chiave nella lotta alla pandemia.
Secondo i criteri OMS pubblicati a maggio, l'epidemia è considerata non più sotto controllo quando la percentuale di positivi ai tamponi supera il 5%. Da gennaio 2021, l'Italia ha iniziato a includere i tamponi rapidi nel conteggio totale.
Qualche chiarimento sul tasso di positività
Al momento il tasso di positività dei tamponi, seppur in marcato aumento rispetto ai mesi estivi, è a un livello sensibilmente minore rispetto a quello del periodo del lockdown. Restituisce una (parziale) fotografia della diffusione del contagio nel territorio, ma bisogna stare attenti a non paragonare i dati della prima ondata con quelli della seconda.
Questo per alcune ragioni fondamentali:
- In primavera, Stati e regioni non avevano a disposizione lo stesso numero di tamponi di oggi e spesso non riuscivano a stare al passo con le richieste;
- ad essere tamponati erano in maggioranza sintomatici, oppure persone con sintomi gravi o in condizioni critiche: il tasso di positività era dunque non comparabile con quello attuale;
- come spiega Pagella Politica, durante la "prima ondata" l'Italia - ma non solo lei - si è "persa" moltissimi casi. Quelli ufficiali erano una minima parte del totale. "Si può stimare che il vero picco dell’epidemia nei primi due mesi sia stato tra i 35 e i 40 mila casi al giorno, contro i circa 6.500 rilevati con i tamponi al picco del 21 marzo. Solo a giugno si è probabilmente iniziato a intercettare una buona parte dei contagi".
Le due tipologie di test, per non fare confusione
Al momento sono a disposizione dei laboratori due tipi di tampone: quello che ricerca il genoma virale e quello rapido, che ricerca invece l’antigene (una componente strutturale del virus, come una proteina).
Ad inizio della pandemia si facevano solo i tamponi per la ricerca del genoma, mediante la tecnica real-time PCR. Si tratta del gold standard a livello europeo, e i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC in inglese) di questa pagina si basano proprio su questo tipo di test RT-PCR. Ci vogliono parecchie ore per avere il risultato del classico "tampone", ma non si rischiano falsi positivi e l'accuratezza è vicina al 100% se somministrato correttamente.
Ci sono poi i "tamponi rapidi", sviluppati negli ultimi mesi e utilizzati nei drive-in o nei centri di depistaggio rapido come quello di Fiumicino. Ricercano l'antigene virale, ovvero non vanno a caccia dell'RNA bensì di una proteina del virus. Sono meno accurati, possono dare falsi positivi ma la risposta arriva in tempi brevissimi, anche in meno di mezz'ora.