Negli Stati Uniti solo il 5.4% di chi ha ricevuto il vaccino è afroamericano

L'ex star del baseball, Hank Aaron, si vaccina in Georgia il 5 gennaio scorso. Aaron fa attività di sensibilizzazione sull'importanza del vaccino nella comunità afroamericana
L'ex star del baseball, Hank Aaron, si vaccina in Georgia il 5 gennaio scorso. Aaron fa attività di sensibilizzazione sull'importanza del vaccino nella comunità afroamericana Diritti d'autore Ron Harris/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Lillo Montalto Monella
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Su questo dato influisce anche un tipo di razzismo sistemico, invisibile: per esempio, il personale che fa le pulizie negli ospedali che non ha accesso all'email aziendale e non riceve le comunicazioni per vaccinarsi.

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I dati sono ancora parziali e incompleti, ma le prime statistiche che arrivano dagli Stati Uniti mostrano come, nel primo mese di campagna vaccinale, solamente il 5.4% delle persone vaccinate appartenga alla comunità afroamericana. 

Dei quasi 13 milioni di americani che hanno iniziato a vaccinarsi negli States, si conosce il gruppo etnico solamente per 6.7 milioni. Tra questi, i bianchi vaccinati sono stati il 60.4%; i latini l'11.5% e gli afroamericani, appunto, 5.4%. 

A fornire queste percentuali è il Centro per il controllo delle malattie e la prevenzione (CDC)

Se il trend venisse confermato anche da successive e più complete analisi, mancherebbero all'appello più di metà dei neri o afroamericani negli States, che rappresentanoil 13%della popolazione totale (i bianchi sono il 72%).

In alcuni Stati, i neri o gli afroamericani ammontano al 38% degli abitanti, come in Mississippi. 

"Poiché è stato riscontrato che le persone di colore, i nativi americani o gli ispanici soffrono di esiti più gravi della Covid-19 rispetto ai bianchi, è fondamentale un attento monitoraggio della vaccinazione per razza/etnia", scrive il CDC.

Il Guardian indica che il tasso di mortalità tra neri e latini negli Stati Uniti è sproporzionato rispetto a quello che si registra tra i bianchi: praticamente il triplo

La disparità nell'accesso alla sanità pubblica influisce non solo su come viene trattata la malattia Covid-19, ma anche sull'incidenza di patologie come il diabete, che complicano il decorso clinico. I lavoratori neri e latini, inoltre, tendono ad essere impiegati in settori dove i salari sono più bassi e spesso il distanziamento sociale è impossibile.  

Il CDC ha analizzato i dati dal 14 dicembre 2020 al 14 gennaio 2021.

A causa della pandemia, i neri e i latini negli Stati Uniti hanno visto ridursi la loro aspettativa di vita alla nascita rispettivamente di 2 e 3 anni. Al contrario, l'aspettativa di vita dei bianchi è scesa dello 0.68%.

"Sono preoccupata perché, se ora non vacciniamo la popolazione più ad alto rischio, assisteremo ad una sproporzione di decessi ancora maggiore tra le comunità nere e afroamericane", ha detto alla NBC Fola May, dottoressa dell'UCLA e ricercatrice nell'ambito dell'uguaglianza sanitaria. 

Il razzismo strutturale, invisibile ma determinante

Tra i fattori che influiscono su questa differenza di accesso al vaccino c'è anche un tipo di razzismo "sistemico", dell'intera macchina burocratica. Un dottore della Virginia ha indicato all'emittente americana che, negli ospedali, il personale addetto alle pulizie non ha accesso alla posta elettronica dell'azienda. Proprio via posta vengono inviate le informazioni per guidare il personale sanitario alle procedure di vaccinazione. 

"Questo è l'aspetto del razzismo strutturale", afferma il dottor Georges Benjamin, direttore esecutivo dell'American Public Health Association. "Nessuno ha pensato a questi gruppi di persone".

Il CDC indica che, al netto di queste disfunzioni, le percentuali più alte di neri o afroamericani vaccinati si registrano tra il personale sanitario e gli ospiti di residenze per anziani.

Su questo 5.4% di vaccinati, il dato da cui siamo partiti, incide anche un certo livello di sfiducia da parte dei neri americani nei confronti della macchina statale, dopo generazioni di abusi e maltrattamenti. 

Pesano anche disinformazione e scetticismo, ma qui - come si intuisce - gioca un ruolo fondamentale l'accesso ad una educazione di qualità.

In un recente sondaggio, oltre la metà dei neri americani ha detto di voler aspettare per vedere se il vaccino funziona bene sulle persone che conoscono, rispetto al 36% dei bianchi americani che ha dato la stessa risposta.

L'assenza di dati pubblici rende difficile individuare queste disuguaglianze razziali in tempo reale. 

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Come fa notare NBC, 15 Stati non forniscono statistiche vaccinali su base etnica, il Missouri lo fa solamente su richiesta, mentre altri si rifiutano di fornirli o non rispondono alle richieste. 

Stati come la Florida e il Texas hanno rapidamente ampliato i criteri di ammissibilità al vaccino al di là del personale sanitario e dei soggetti a rischio, onde includere molti over-65, e questo pure influisce sui tassi riportati.

Il dato CDC, infine, è certamente "viziato" dal fatto che in molti, dovendo compilare la casella "razza o etnia", indicano "multiple" o "other", ed è quindi difficile avere un dato preciso su quanti afroamericani abbiano ricevuto almeno una dose del vaccino anti-Covid.

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