Covid-19: i Paesi Bassi prolungano il lockdown fino al 9 febbraio

I Paesi Bassi hanno deciso di prolungare il lockdown di tre settimane, fino al 9 febbraio.
Il blocco sarebbe dovuto decadere il 19 gennaio ma per il governo il numero dei casi giornalieri, anche se in calo da 2 settimane, è ancora troppo alto. Inoltre la campagna di vaccinazione è iniziata con ritardo rispetto agli altri paesi Ue: soltanto mercoledì scorso un'infermiera ha ricevuto la prima dose. Secondo un sondaggio diffuso dai media locali otto olandesi su dieci ritengono il lockdown giusto.
La decisione di prolungarlo, stando al premier Mark Rutte, si basa anche sull'analisi di quanto sta succendedo nel Regno Unito e in Irlanda a causa dalla variante inglese del virus. "I numeri non stanno calando abbastanza velocemente - ha detto Rutte - e ora dobbiamo affrontare la minaccia rappresentata da questa variante. Ci preoccupa molto. Le immagini che arrivano da Londra e anche dall'Irlanda sono allarmanti, e sto usando un eufemismo".
Regno Unito: appello di Priti Patel
Nel Regno Unito sono stati registrati più di 45mila nuovi casi nelle ultime 24 ore. L'impennata dei contagi ha spinto il ministro dell'Interno Priti Patel a rinnovare gli appelli al rispetto delle norme di sicurezza.
"Se non fate la vostra parte saranno i nostri agenti di polizia, che sono là fuori a rischiare la vita ogni giorno per tenerci al sicuro, a fare rispettare le regole - ha detto il ministro -. Avranno il mio pieno sostegno, perché lo fanno per proteggere il servizio sanitario nazionale e per salvare delle vite".
Francia: escluso per ora nuovo lockdown nazionale
Martedì in Francia i lavoratori di palestre e impianti sportivi sono scesi in piazza per protestare, chiedendo un maggior sostegno finanziario per far fronte alla crisi. Il governo per ora ha escluso la reintroduzione di un confinamento su scala nazionale. Si valuta invece una chiusura in base alle regioni, o parziale, per esempio nei fine settimana. Oppure l'anticipo del coprifuoco dalle 20 alle 18 in tutto il Paese.
Da segnalare infine il caso, virtuoso, di Israele: nel Paese si corre spediti con le vaccinazioni. Già due milioni di israeliani hanno ricevuto la dose, con il governo Netanyahu che punta ad immunizzare tutta la popolazione entro la fine di marzo.