Sospesi nel vuoto per assicurare manutenzione e controlli alla Torre di Pisa. Sono i temerari archeologi dell'Opera Primaziale Pisana. Alla scoperta di questa squadra "da brivido", specializzata negli interventi in quota
Non il lavoro più sicuro al mondo, ma qualcuno lo deve pur fare. La torre pendente di Pisa necessita un periodico monitoraggio dei suoi elementi esterni e la maniera più semplice per farlo è calarsi con una fune. A farlo sono dei restauratori, incaricati non solo di controllare buono stato di fregi e colonne ma anche di verificare stabilità e pericolo di crollo della Torre.
Roberto Cela, Direttore Tecnico dell’Opera Primaziale Pisana, ha organizzato un corso per "lavoro su fune" appositamente per il suo team di restauratori. “Abbiamo approfittato di questo periodo di chiusura per fare un corso di formazione e di aggiornamento - dice a euronews -: aggiornamento per coloro che già facevano quest’attività e per altri nuovi e giovani restauratori".
Il team è composto da 4 donne e 4 uomini. Per loro nessuna impalcatura, ma un'indispensabile dose di coraggio e dedizione. "Il momento più adrenalinico è quello dello sbarco - ci dice Chiara Di Marco, restauratrice dell’Opera Primaziale Pisana -, ovvero quando si resti sospesi nel vuoto. Sono emozioni abbastanza forti e poi ti trovi a guardare i monumenti da un punto di vista completamente diverso: è un’esperienza emozionante"."Puoi controllare una porzione limitata - aggiunge il suo collega, Mirco Bassi -. Spesso ci si fa affiancare da un'altra persona. Quattro occhi vedono meglio di due. E poi, anche ai fini della sicurezza è necessario che ci sia personale pronto a intervenire in caso di necessità".