Migrazione, digitale e nuovi nemici. Tutte le sfide dell'Unione europea

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Diritti d'autore Francisco Seco/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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Di Susan Dabbous
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Analisi del discorso della von der Leyen: politica estera evasiva e rilancio sul digitale. L'Europa vuole introdurre la solidarietà obbligatoria nel suo nuovo patto sulla migrazione

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Ursula Von Der Leyen si è cimentata, mercoledì scorso, in un'orazione solenne davanti al Parlamento europeo, che passerà alla storia come il suo primo discorso sullo Stato dell'Unione.

Ha parlato delle lezioni apprese dalla pandemia e si è pronunciata con forza a favore di obiettivi climatici più ambiziosi, aiuti economici, diritti delle minoranze, e politiche sulla migrazione più umane facendo appello a difendere i valori europei.

Von der Leyen ha anche criticato apertamente gli Stati membri che vedono nei migranti dei nemici. Il prossimo 30 settembre verrà presentato il nuovo patto sulla migrazione europeo, che introdurrà il principio della solidarietà obbligatoria. Ma poco si sa ancora su come verrà applicato.

La politica estera

La presidente della Commissione europea è rimasta molto evasiva sulla questione delle sanzioni contro la Bielorussia e la Turchia. La politica estera europea, al momento non brilla e rimane su posizioni difensive. Sue questo tema abbiamo chiesto un commento a Carl Bildt, co-presidente del Consiglio Europeo per le relazioni estere, ed ex primo ministro svedese. “Abbiamo davvero uno scacchiere geopolitico molto più complesso di 20 anni fa – afferma Bildt -. Con una Russia revisionista, un Medio Oriente in subbuglio, letteralmente in fiamme. Anche l'Africa, dal Sahel fino alla Libia, i regimi politici sono instabili. In tutto ciò – aggiunge con sarcasmo - i nostri storici alleati, gli Stati Uniti oggigiorno attuano delle politiche a dir poco imprevedibili, per usare un eufemismo.”

Secondo Bildt l'Europa non è riuscita a stare veramente al passo con i tempi che corrono. Stessa cosa vale per il campo delle tecnologie digitali. “Il mio timore – ha detto - è di non riuscire a tornare ad un mercato competitivo normale, dopo che tutti gli stimoli messi in moto ora per la ripresa esauriranno i loro effetti. La Cina e gli Stati Uniti stanno andando avanti nel mondo digitale – ha argomentato l'ex premier svedese che portò il suo paese ad aderire all'Unione europea negli anni Novanta -. Siamo ben dietro sia la Cina che gli Stati Uniti nella corsa per divenire una società tecnologicamente avanzata.”

Journalist • Stefan Grobe

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