Bulgaria: scontri in Parlamento (dentro e fuori)

L'hanno chiamata "La Grande Rivolta Nazionale".
E' l'ennesima protesta contro il governo del premier Boïko Borissov, ma quella appena trascorsa è stata una notte di violenze.
Gli scontri tra la polizia e i manifestanti hanno causato oltre 45 feriti (e 35 arresti), in particolare fuori dal Parlamento, a Sofia, riunitosi per iniziare a discutere il progetto di una nuova Costituzione, che - secondo gli oppositori di Borissov - mira a fermare due mesi di manifestazioni antigovernative.
Sono scoppiati scontri tra i manifestanti e la polizia: gli agenti hanno sparato spray al peperoncino e arrestato 35 persone.
I manifestanti hanno risposto lanciando uova, mele marce e spazzatura contro il Parlamento, sorvegliato anche dall'esercito.
"Dipende da Borissov se il cambiamento sarà pacifico o meno"
Commenta una manifestante, Bostra Chorbadziiskha:
"Spero sinceramente e fortemente che il cambiamento possa avvenire senza violenza e in modo pacifico. Anche se, come vediamo in altri paesi, il cambiamento è difficile. Spero che rimanga ancora un po' di buon senso in Borissov. Dipende da lui se il cambiamento sarà pacifico o meno, sarà tutto sulla sua coscienza, sulla sua responsabilità".
Radev contro tutti
Durante la sessione di mercoledi in Parlamento, Il presidente bulgaro Rumen Radev - da tempo in contrasto con Borissov - ha ribadito la richiesta al governo e al potente procuratore capo Ivan Geshev di dimettersi, accusandoli di aver permesso ad una mafia oligarchica di prendere il controllo del paese.
Le proteste a Sofia e in altre città della Bulgaria proseguono ormai da 56 giorni consecutivi.